La meraviglia della Pentecoste non è la preghiera in lingue ma la forza del Vangelo che entra nel mondo e nel cuore dell’uomo.  E’ la realizzazione della profezia di Ezechiele 36,26: vi darò un cuore nuovo!

nº 1442

Omelia di Pentecoste

(24.05.15)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Credo nello Spirito Santo

Santifica la Chiesa intera

Nella festa di Pentecoste l’opera redentrice di Gesù arriva al punto culminante della nostra salvezza. Alla  fine dei tempi la redenzione avrà termine, quando il Cristo consegnerà il Regno a Dio, suo Padre (1 Cor 15,24). A Pentecoste si completa la missione del Figlio che disse: “Se io non me nevado, il Paraclito non verrà” (Gv 16,7). Ora è il tempo dello Spirito. Egli porta la redenzione a effetto nei nostri cuori e ci insegna tutta la verità: “ Quando verrà lo Spirito di Verità, Egli vi condurrà alla verità piena” (13). A Pentecoste, la sua missione, unita alla Risurrezione del Signore, è destinata a tutti i popoli. Il Vangelo può essere compreso e amato da tutti. Questa verità è espressa nelle persone dei popoli più diversi presenti all’avvenimento. Questi popoli indicavano tutte le direzioni della terra. Non si pensa mai alla esclusività di un popolo o di un gruppo religioso. La Chiesa deve fare più attenzione nel vedere l’opera dello Spirito piuttosto che dare regole. Non si può ingessare l’azione dello Spirito  in un movimento o in una teologia. La sua azione è aperta affinchè si manifesti tutta la verità, secondo la promessa di Gesù (Orazione dell’offertorio). Nella preghiera di colletta della liturgia di oggi, riconosciamo questa verità pregando il Padre così: “O Padre, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione”. La celebrazione è santificazione della Chiesa. Per questo preghiamo Dio che dirami sul mondo i doni dello Spirito e realizzi nel cuore dei fedeli le meraviglie operate all’inizio della predicazione del Vangelo (colletta). Le meraviglie non si limitano al fenomeno del parlare in lingue diverse, ma nell’annuncio del Vangelo a tutti con uguaglianza, come vediamo nella celebrazione dei santi misteri nelle lingue locali. Tutti sono convocati.

Doni dello Spirito

Lo Spirito ci dà doni preziosi che devono essere sviluppati come un servizio a tutto il Corpo di Cristo, come ci relaziona la seconda lettura (1 Cor 12,3b- 7, 12-13). Riconoscere l’azione dello Spirito e lodarLo è far fruttificare i doni ricevuti. È una chiamata ad aprire spazi alla crescita e alla promozione dei doni di ciascuno. Non tutti infatti possiedono gli stessi doni. In verità il dono è di tutti,  perchè facciamo parte del Corpo di Cristo. Ogni dono è dono a tutto il Corpo, a tutta la Chiesa. C’è però la necessità di conoscere i propri doni e lavorare con essi per la crescita di tutto il Corpo di Cristo. Questi doni si trovano anche fuori del corpo sociale della Chiesa. Anche essi devono essere riconosciuti. Non possiamo reprimere il fuoco dello Spirito nè usare di esso per il nostro egoismo e orgoglio. Lo Spirito agisce dove vuole e come vuole.

Vieni Spirito Santo

Lo Spirito Santo era presente nella vita di Gesù e Lo conduceva al compimento della sua missione (Mt 4,1). Ora conduce la Chiesa  all’accoglimento e partecipazione di questa missione. Per questo chiediamo lo Spirito: “Invia, Signore, il tuo Spirito, e rinnova la facce della terra”. Commettiamo un grande peccato contro lo Spirito quando disconosciamo la sua azione, come ci dice Gesù: “A chiunque parli contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chiunque parli contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né in questo mondo né in quello futuro.” (Mt 12,32). Significa avvicinarsi allo Spirito Santo. Se ci chiudiamo a Lui, non ci sarà alcuna possibilità di passare la sua azione. Nell’Eucaristia abbiamo l’invocazione dello Spirito Santo sul pane e sul vino e sui fedeli affinchè siano Corpo di Cristo. Tutti riceviamo lo Spirito Santo. Essa è la nostra Pentecoste di ogni giorno.

Letture: At. 2,1-11; Salmo 103; 1Cor. 12,3b-712-13; Gv 20,19-23