Omelia 6^ Dom. di Pasqua - 10.5.2015



Gesù è stato il più grande amante del mondo, ha amato tutti e tutto

nº 1438

Omelia 6^ Dom. Pasqua

(10.05.15)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

L’amore più grande è dare la vita

Il Padre è la fonte dell’amore

 

Amare  è vivere la relazione che il Padre ha con il Figlio nello Spirito. È l’identità di Dio, perché Dio è amore. Quest’amore Egli lo ha comunicato a noi quanto ci consegnò suo Figlio. C’è l’amore erotico (eros) nel quale dominano i sensi. C’è l’amore d’amicizia (filia) che è presente nelle nostre relazioni. L’amore che ha Dio è l’agape. Vivere questo amore permette di vivere più intensamente e con maggior profitto e tempo quell’amore erotico e l’amore di amicizia.  Celebriamo la Pasqua di Gesù nella sua Morte, Risurrezione e Glorificazione. Con l’inizio del tempo dello Spirito, la Parola di Dio proclamata annuncia che l’amore è il contenuto dell’insegnamento di Gesù. La sua venuta al mondo è stata motivata non dalla nostra necessità, ma perchè il Padre ha amato per primo: “In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati” (1 Gv 4, 9-10). L’amore di Dio è venuto prima perchè Egli è la fonte dell’amore. Chi ama  è nato da Dio, perché Dio è amore (7). Il Figlio ama come ama il Padre. L’amore che ci trasmette e insegna a vivere, Egli lo ha appreso dal Padre. Quando amiamo come ama Dio, il nostro amore è Divino, anche se è un amore carnale o di amicizia. Gesù comanda che rimaniamo nel suo amore, come Egli rimane nell’amore del Padre. L’amore che il Figlio ha per noi  lo dimostra nella  consegna della sua vita fino all’ultima goccia di sangue e fino all’ultimo respiro. L’amore Divino è quello che si consegna e si mette a servizio di tutti  aspettando una unica ricompensa: amare di più e fino all’estremo dell’amore, come Gesù (Gv 13,1). Colui che ama di più è colui che dà la vita: “nessuno ha un amore più grande di colui che da la propria vita per i suoi amici (Gv 5,13). É attraverso questo amore che entriamo nei segreti di Gesù, perchè siamo suoi amici (Gv 15,15)

L’amore aperto a tutti

Gesù ha inviato lo Spirito per creare il nuovo mondo fondato sulla fraternità aperta a tutti. Abitualmente abbiamo sete di conquistare le persone per la nostra Chiesa e che nessuno ne fugga, perché consideriamo che lì c’è tutta l’azione di Dio. Fuori di essa tutto viene dal male. Gesù non la pensa così, perchè Pietro, quando va a casa del pagano Cornelio, dice che: “Dio non fa distinzioni di persone. Al contrario, accetta chiunque Lo teme e pratica la giustizia, qualunque sia la nazione alla quale appartiene” (At 10, 34-35). Non solo Pietro accettò di entrare nella casa di un pagano, ma anche lo Spirito Santo venne  sui pagani che stavano lì. Essi ebbero la loro Pentecoste come i giudei convertiti. Gesù accoglie tutti tramite lo Spirito. Per questo il salmo esclama: “Tutti i confini della terra hanno vedutola salvezza del nostro Dio(S. 97).

Partecipare al mistero celebrato

Nelle preghiere (eucologia) della liturgia di questa sesta domenica supplichiamo che “la nostra vita corrisponda ai misteri che ricordiamo” (Colletta) che sono “il sacramento dell’amore di Dio” (offertorio), perché il mistero di Cristo è espressione dell’amore di Dio. È questo mistero che celebriamo nell’Eucaristia. Dio vuole che produciamo frutti. Il sacramento celebrato è il momento in cui la Risurrezione di Cristo produce i frutti in noi, infondendo la forza del salutare alimento che è l’Eucaristia (dopo-comunione) . Rimanere in Cristo, come il ramo è unito al tronco è produrre frutti che rimangono (Gv 15,16). L’amore vissuto è lo stesso amore celebrato. Il comandamento dell’amore diventa la fonte della vita e il cammino della celebrazione.  È l’amore che diventa comunione con il Corpo di Cristo e con i fratelli in questo Corpo.

 

Letture:At. 10,25-26.34-35.44-48;Salmo 97; 1Gv. 4,7-10; Gv. 15,9-17




 
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