Home Pe. Luiz Carlos - Liturgia 2015 _ TUTTI I TESTI OMELIE E ARTICOLI Omelia 5^ Domenica Tempo pasquale - 3.5.2015
Omelia 5^ Domenica Tempo pasquale - 3.5.2015


Il tempo pasquale è una scuola che ci insegna a vivere la Risurrezione. Gesù è il tronco a cui il tralcio, noi, dobbiamo restare uniti. Anche il tralcio che porta frutto viene potato affinchè possa produrre un frutto maggiore. Rimaniamo uniti se viviamo la Parola di Gesù e se crediamo in Lui

nº 1436

Omelia 5^ Dom. T.P.

(03.05.2015)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Rimanete in me

Rimanere in Cristo è normale nella vita cristiana. L’unione a Cristo per la fede è condizione per vivere il dono della salvezza. Non si tratta solo di uno stato spirituale che conquistiamo, ma di un modo di vivere. Siamo inseriti in Cristo (Rm 11, 16-24). Gesù usa l’immagine della vite. Il tronco continua nei getti e lo rende capace di produrre frutti per la linfa che riceve. La vite ha sempre avuto un significato importante nella storia del popolo di Dio. Ha il senso della pace, come leggiamo nel racconto del diluvio quando Noè la pianta e ne fa del vino. È simbolo del popolo che è stato trapiantato dall’Egitto  nella terra promessa (Sl 79, 9 ss). È il vino che rallegra il cuore (Sl 103,15). È simbolo dell’attesa messianica – il sedersi sotto la vite (Michea 4,4). Ricorda il banchetto messianico nel quale saranno serviti vini pregiati (Is 25,6). Il vino era usato nei sacrifici nel tempio (Num 15,5). Questa ricchezza di simbolismo ci porta a capire il modo con cui siamo uniti a Cristo. Se rimaniamo in Lui, possiamo  chiedere ciò che desideriamo e saremo esauditi perchè siamo uniti alla fonte di ogni bene. Il frutto della vite, il vino, era usato  nella cena pasquale che anche Gesù ha celebrato. L’immagine ci conduce al vino nuovo di Cana e al vino della Cena che, unito al sangue del cuore trafitto di Cristo, ci unisce alla Morte e Risurrezione del Signore. È segno del popolo santo del Signore. I rami sterili saranno tagliati per fortificarla e renderla feconda. Gesù produce i frutti nel mondo attraverso i rami della vite che producono grazie alla forza del tronco. La gloria di Dio è che noi portiamo frutti. Gli Atti degli Apostoli raccontano i frutti che Paolo produsse dopo la sua conversione. Per questo gli apostoli insistono nella loro predicazione sulla conversione e sul pentirsi dei peccati. In questo modo si uniscono a Cristo.

Amare con gesti e in verità

Rimanere in Cristo è conservare la fede e adempiere i comandamenti. Il primo dei quali è l’amore. Credere significa amarci gli uni gli altri. Non è un amore rivolto a pochi fratelli, ma a tutti, come ama Dio, non facendo distinzioni di persone (Mt 5,45). Custodire questo comandamento è restare uniti a Cristo. Dove non esiste l’amore universale manifestato in parole e gesti, non esiste la fede in Gesù. È una idolatria, cioè uso di Dio a mio profitto. Dio è per essere adorato e amato non per essere usato. I rami non sono parassiti dell’albero, ma parte di esso, viventi della stessa linfa. La linfa che nutre e produce frutto è l’amore. “Il comandamento di Dio è che crediamo nel nome del suo Figlio Gesù Cristo e che ci amiamo gli uni gli altri”. La fede ci unisce a Dio e l’amore realizza l’opera della fede, poiché la fede senza le opere è morta (Gc 2,17). La vite produce frutti. I membri di una comunità sono uniti gli uni gli altri per la vita comune a tutti. L’amore unisce coloro che credono in Gesù.

Vera libertà

Le preghiere della celebrazione insistono sulla libertà che questa unione a Cristo ci conferisce: “a tutti i credenti in Cristo sia data la vera libertà e l'eredità eterna” (Colletta). È una verità che deve essere vissuta: “concedi che la luce della tua verità sia testimoniata dalla nostra vita.” (Offertorio). I misteri sacri celebrati ci conducono a vita nuova: “fa' che passiamo dalla decadenza del peccato alla pienezza della vita nuova.” (Dopo-comunione). C’è una reale unione tra l’Eucaristia e la vita cristiana. La realtà spirituale diventa presente per la memoria sacramentale. A volte celebrando per i pazienti dell’ospedale psichiatrico di Garça, ho sentito una signora completare la preghiera dei fedeli con la frase: “L’Eucaristia è la mia risurrezione”. La vite produce frutti di Risurrezione.


Letture: At. 9,26-31; Salmo 21;1Gv 3,18-24; Gv. 15,1-8.



 
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