Home Pe. Luiz Carlos - Liturgia 2015 _ TUTTI I TESTI OMELIE E ARTICOLI Omelia 4^ Dom. Tempo pasquale - 26.4.2015
Omelia 4^ Dom. Tempo pasquale - 26.4.2015



Nessuno è obbligato ad accettare la salvezza ma c’è molta ignoranza nel rifiutarla, nel rifiutare questo bel regalo che Dio ci dà, di essere chiamati suoi figli, Figli di Dio. Non si capisce perchè rifiutare tanta gentilezza ....!

nº 1434

Omelia 4^ Dom. Di Pasqua

(26.04.15)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Il Buon Pastore dà la vita

Conosco le mie pecore

Nella casa di Cornelio, Pietro disse che Gesù “è passato tra noi facendo il bene e curando tutti coloro che erano sotto il potere del diavolo, perchè Dio era con Lui” (At 10,38).  Nel definire la sua missione, Gesù si dà il nome di buon Pastore. Perchè egli dà la vita per le pecore. Giovanni, nel suo Vangelo, spiega questa missione: dare la vita, difendere dal lupo che attacca e disperde. La relazione di Gesù con le pecore è della stessa intensità della conoscenza che Egli ha del Padre, poichè è conoscenza di accoglimento e di consegna. L’amore che Gesù ha verso il Padre è lo stesso che ha verso le sue pecore. La sua missione nasce dall’amore che il Padre ha per noi e per il quale ci chiama figli. Vivendo nell’amore del Padre , Gesù dà la vita per il gregge e personalizza questa donazione per ogni pecora. L’amore donato con la sua consegna è l’energia che Lo muove a realizzare la sua opera. Questo amore non è frutto di sentimento o di dottrina, ma è la comunione di amore tra il Padre e il Figlio. Abbiamo la conoscenza per la fede che si concretizza nell’amore. La forza di unione del gregge sta in questo amore. Per questo Gesù invita a seguirLo prendendo la croce (Mt 10,38). Non chiama a stare con Lui solo nella sofferenza, ma anche nella gloria. Dice anche: “dove io starò lì sarà anche il mio discepolo” (Gv 18,24). La consegna è la ragione per la quale il Padre Lo risuscita. Possiamo avere certezza che saremo buoni pastori del popolo di Dio, solo se abbiamo una vita donata per amore. Non c’è redenzione senza croce. Questa conoscenza si estende ad altre pecore  che desiderano anche loro essere amate da Dio attraverso di noi. È l’amore universale che aveva Gesù. La sua missione fu la sua consegna a tutta l’umanità. La tenera immagine del Buon Pastore non toglie la durezza della sofferenza dell’agnello  muto portato al macello

Conoscere per amare

Abbiamo due tipi di conoscenza di Dio: per l’intelligenza della fede e per l’amore. Non si separano, ma li vediamo separatamente. La fede è l’adesione alla persona di Gesù. La conoscenza per amore è quella che nasce  dal fare esperienza del Signore: “Gustate e vedete come è buono il Signore” (Salmo 34,8). Gesù  afferma: “Conosco le mie pecore ed esse conoscono me, così come il Padre mi conosce e io conosco il Padre” (Gv 10,14). È la forza creatrice del verbo che si incontra nella Sacra Scrittura e che è capace di generare una vita nuova. Per questo Gesù è il buon pastore che dà la vita per le sue pecore (15). Tutta l’opera della redenzione si fa nella dinamica dell’amore che conosce. Ricordiamo le apparizione di Dio a Mosè  quando pastore delle pecore di Jetro disse: “Io ho visto la sofferenza  del mio popolo in Egitto ho udito il loro lamento a causa della loro oppressione. Si, Io conosco le loro sofferenze” (Es 3,7). La redenzione si appoggia sull’amore di Dio che sà cosa c’è nel cuore dell’uomo. Gesù conosce la sofferenza e porta l’amore all’estremo (Gv 13,1).

Pietra angolare

Pietro nelle sue parole ai capi giudaici spiega che il paralitico è stato guarito nel nome di Gesù. Egli è la pietra che voi, costruttori, avete disprezzato ed è diventata la pietra angolare. In nessun altro c’è salvezza. Solo per lui possiamo essere salvati (At 4, 10-11). Tutto è opera della sua misericordia (S. 117). Nella liturgia di oggi, in questo tempo pasquale, preghiamo chiedendo di venire condotti alla comunione della gioia celeste, affinché le pecore, redente dal Sangue di Cristo, vivano nei pascoli eterni. Ogni liturgia è un incontro con il Pastore che ci stimola a seguirlo fino alla croce per arrivare alla Risurrezione.

Letture: At. 4,8-12; Salmo 117;1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18



 
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