Omelia 3^ Domenica di Pasqua - 19.4.2015


È curioso come un pezzetto di pesce arrostito possa essere, tra gli altri, segno della Risurrezione di Gesù. Esso dimostra che Lui non era un fantasma, mangiare, dunque, è segno che Gesù era di nuovo vivo. La morte e la risurrezione di Gesù sono fatti reali, il cui fine è di condurci alla conversione

n. 1432

Omelia 3^ domenica di Pasqua

19.4.2015

Dio ha glorificato Gesù

La luce di una presenza

I testi evangelici che si riferiscono alla Risurrezione di Gesù sono unanimi nel proclamare: Lui è vivo, noi lo abbiamo visto e ne siamo testimoni. Non importa il modo con cui si esprimono per dire come Lo hanno visto. Le apparizioni di Gesù erano caratterizzate dal cambiamento. E aveva anche mangiato un pezzo di pesce arrostito davanti a loro (Lc 24, 41-43).  È lo stesso che fu crocifisso. I discepoli hanno difficoltà a credere. Prima pensano che è un fantasma e poi la gioia è  talmente grande che stentano a credere. Gesù insiste: “Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho. Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. (Lc 24, 39-43). Gesù sembrava differente ai discepoli perché non lo riconoscono subito. Davanti a ciò che è differente diventa necessario che Gesù  apra la loro intelligenza alla comprensione delle Scritture: “Così sta scritto: Il Cristo soffrirà e risorgerà dai morti al terzo giorno  e nel suo nome, saranno annunciate la conversione e il perdono dei peccati a tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme” (Lc 24, 46-48). Soltanto Lui può farci comprendere la sua Passione, Morte e Risurrezione. A partire da questa comprensione possiamo capire la sua missione di annunciare la conversione e il perdono dei peccati a tutte le nazioni. Gesù è solenne: “Voi sarete testimoni di tutto questo” (Lc 24, 48). Il vigore missionario degli apostoli e dei discepoli dopo l’Ascensione sono prova della esperienza personale con il Cristo vivo. Coloro che crederanno in Gesù,  senza averlo visto potranno dare la stessa testimonianza a partire dalla loro esperienza delle fede, perché lo Spirito è dato a tutti. Notiamo che questo vigore apostolico continua ad essere presente nella Chiesa  che annuncia il Cristo vivo e denuncia i luoghi di morte esistenti per mancanza di fede.

Invito alla conversione

Il perdono è garantito da Gesù che nella sua opera redentrice ha espiato i nostri peccati. Egli continua a essere il nostro Difensore contro il male. Gli apostoli,  liberati da Pietro, annunciano con coraggio e sapienza tutto quello che era avvenuto con Gesù. Dissero che si compivano le profezie. L’errore dei capi del popolo è stato per ignoranza, come dice Pietro: “Io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri capi” (At 3, 17). Agendo così, compirono le profezie. Pietro considera gli ascoltatori come colpevoli della morte di Cristo ma anche come beneficiari della redenzione promessa ai padri. Il loro peccato è perdonato. Pietro è fermo nella sua testimonianza: “Pentitevi e convertitevi affinché il vostro peccato sia perdonato”

Cammino di tutti

Le orazioni liturgiche pasquali affermano il destino di tutti: “Dona a coloro che hai rinnovati con i sacramenti la grazia di arrivare un giorno alla gloria della risurrezione” (dopo-comunione). E nella preghiera sulle offerta si ricorda che la Chiesa in festa chiede l’eterna gioia. La preghiera della messa stimola a sperare con piena fiducia nella risurrezione della carne. Come Cristo è risorto, tutti noi risusciteremo. È un motivo per vivere la gioia e la piena esperienza della fede. Rinnovati, recuperiamo la condizione di figli di Dio, e meritiamo di esultare di gioia. Per l’amore a Dio riceviamo il grande dono della Risurrezione. Ama Dio colui che custodisce i suoi comandamenti. In colui che custodisce la sua parola, l’amore di Dio è pienamente realizzato (1 Gv 2, 1-5).

Letture: At. 3,13-15.17-19; Salmo 4; 1Gv 3,1-5;Luca 24,35-48



 
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