Omelia 30^ Dom. T.O. - 26.10.2014


L’amore a Dio e al prossimo è un solo comandamento. Uno è fonte e l’altro è la pratica, tutto dipende da questi due comandamenti.

nº 1382
Omelia 30^ Domenica T.O.

(26.10.14)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Solo Dio è così

Un’unico amore

 

L’amore è stato cantato in versi e in prosa lungo il corso dei secoli ma solo Gesù ne ha cantato tutti i versi. Continuando il rifiuto alla persona e alla dottrina, i capi del popolo ebreo, suoi oppositori, opposero questioni fondamentali sulla morale, sulla politica, la teologia e altro. Nel testo di oggi si tratta della disputa che era il punto fondamentale della fede. C’erano diverse opinioni. Alcuni ponevano il centro della fede nei sacrifici, altri nell’osservanza della legge ecc. ... gli domandarono: “Quale è il più grande dei comandamenti?” quello che dà senso a tutto. Con la sua risposta Gesu definisce la radice e la meta di tutta la sua dottrina, la sua vita e la vita cristiana. Cita un testo che i giudei recitavano tre volte al giorno e aggiunge che il secondo comandamento è simile al primo. Ricorda il libro del Levitico: “amerai il prossimo tuo come te stesso” (Lv 19,18). Simile ,in greco, non significa che è simile ma indica identità di sostanza e di valore. Gesù unisce i due comandamenti, quelli riferentesi al prossimo hanno lo stesso valore di quello dell’amore a Dio. Se l’amore a Dio è fonte e meta, il secondo comandamento è il campo dove si assicura che l’amore di Dio è vero. San Giovanni dice:  “chi non ama il fratello che vede, come può amare Dio che non vede?” (1 Gv 4,20). Dicendo che da esso dipende tutta la legge e i profeti, questo è il culto, la giustizia, la vita sociale, economica e morale.  Il suo interlocutore concorda dicendo che l’amore a Dio e al prossimo “vale più  di tutti i sacrifici” (Mc 12,33). Questo comandamento dà unità alla vita.

Dio affettuoso

Il Papa Giovanni Paolo I Chiama Dio “madre” non dal punto di vista del genere, ma per i sentimenti che manifesta. Amare come Dio ama. Amare non significa gustare per il piacere personale. Dio ama interamente. Egli è il difensore e protettore degli oppressi, per questo chi lo ama deve amare anche coloro che Egli ama e come li ama. Si esige una cura divina nelle relazioni concrete  quotidiane di prestito e pegno. Dio è come una madre che si preoccupa se il suo bambino è coperto durante la notte: “se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, perchè p la sua sola coperta ... come potrebbe coprirsi dormendo” (Es. 22, 25-26). Questa è la religione di Gesù. Il resto, se non passa dal filtro dell’amore di Dio  non è amore. La Scrittura mostra la preoccupazione di Dio con i poveri e gli oppressi. Abbiamo l’esempio luminoso di Papa Francesco che dall’altro Francesco ha preso lo stimolo a essere povero e aver cura dei poveri. La conversione della Chiesa deve essere reale per essere profonda in rapporto all’amore.

Missione frutto dell’amore

 

Siamo nella domenica delle Missioni. San Paolo insegna che l’evangelizzazione si fa anche con la testimonianza della fede vissuta. La coerenza di vita dei Tessalonicesi era una evangelizzazione: “Infatti la parola del Signore riecheggia per mezzo vostro non soltanto in Macedonia e nell'Acaia, ma la fama della vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, di modo che non abbiamo più bisogno di parlarne” (1 Tes. 1,8). Le opere parlano più delle parole. Papa Francesco dice che l’opera missionaria della Chiesa non è proselitismo, ma testimonianza di vita che illumina il cammino, che porta speranza e amore. Annunciare il vangelo è la maggiore forma di amore. Portare il Vangelo è una opera d’amore a Dio. Chi ama Dio e il prossimo, cercherà di portare gli altri  alla conoscenza dello stesso amore. Trasmettere il Vangelo non è soltanto parlare, ma anche manifestare nelle opere quello che si crede. L’opera maggiore della fede è la cura di coloro che sono senza protezione, poveri e bisognosi (Es 22, 20-26). L’Eucaristia è la scuola dove apprendiamo a amare come Gesù ha amato. Solo Dio è così.

 

Letture: Es. 22,20-26;Salmo 17; 1Tes.1,5c-10; Matteo 22,34-40.



 
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