Omelia 29^ dom: T.O. - 19.10.2014



Tutti sono sotto la sovranità di Dio. Il potere deve tenerlo in considerazione per  incamminare tutti verso Dio. Dio usa lo strumento che vuole

nº 1380
Omelia 29^ Dom. T.O.

(19.10.14)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Ti ho preso per mano

Date o nazioni la goria al Signore

 

I farisei e i capi del popolo provocavano Gesù in campo morale, della fede e della politica. Egli sempre mostrava la verità, come essi stessi, malignamente, riconoscevano: “ sappiamo che sei veritiero e che, di fatto, insegni il cammino di Dio. Non ti lasci influenzare dalle opinioni degli alri, e non giudichi un uomo secondo le apparenze†(Mt 21,16). Riflettiamo sul conosciuto tema del tributo a Cesare. È una interpretazione complicata. Se diceva che si  doveva pagare l’imposta, offendeva il popolo che odiava la dominazione romana. Se diceva che non si doveva pagare, sarebbe stato contro la dominazione dei romani, mettendosi dalla parte dei rivoltosi. Non si può leggere in questo testo una giustificazione della separazione tra Chiesa e Stato. La risposta di Gesù è altra. Intanto prende la moneta del tributo. Questa era coniata con l’immagine dell’imperatore. Il termine dato a Cesare significa restituire-devolvere quello che è di Cesare. Gesù non nega l’imposta, ma Cesare (imperatore) non è Dio. Anche egli deve riconoscere la sovranità di Dio. Gesù dirà a Pilato: “ non avresti potere sopra di me se non ti fosse dato dall’alto†(Gv 19,10). D’altro lato tutto appartiene a Dio. Cesare  e tutti gli altri devono dare a Dio quello che è di Dio. Cesare non è autonomo, non da leggi per se nè il potere e se lo fa è tiranno. Deve tenere in conto Dio e gli uomini. Se non lo fa deve rendere conto a Dio. L’imperatore anche stà sotto la sovranità di Dio come Ciro, strumento per la liberazione del popolo. Il Salmo ci apre alla comprensione del testo: “O famiglia delle nazioni, da al Signore gloria e potenza†(S 95).

Io sono il Signore (Is 45,6)

Il popolo giudeo era libero, dovendo rispondere solo a Dio, ma doveva pagare un umiliante tributo all’imperatore. Il fatto di essere sovrano non dà a Dio la vicinanza del cuore umano, del quale è anche Signore  in quanto, nel suo Cristo si pone a servizio della liberazione e come è stato nella liberazione dall’esilio. Dio sceglie un pagano per dirigere i destini del popolo. Ciro è l’unto ( unti erano solo i sacerdoti i re e i profeti).  Attraverso di lui può dirigere il mondo. Tutti sono soggetti a Dio. Dio è il Signore e non una opzione religiosa. Dio usa lo strumento che vuole. Tutti stiamo sotto la sovranità di Dio disposti a collaborare con la sua opera nel mondo. Per questo preghiamo: “dacci la grazia di essere sempre disponibili e di servirti con tutto il cuore†(Colletta). Quanto più usciamo da noi stessi e ci mettiamo al suo servizio, tanto più contribuiamo alla crescita del mondo e conduciamo il mondo a Dio. È necessario essere aperti per imparare dalla sapienza dei popoli, poichè tutti sono sotto la sovranità di Dio che distribuisce i suoi doni. Nel mondo dove tanti uomini hanno tanto potere, urge  che abbiano consapevolezza di stare al servizio di Dio per il bene di tutti. Al contrario portano il popolo alla sofferenza.

Vangelo nella forza dello Spirito

Paolo afferma ai tessalonicesi: “Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione†(Ts 1,5b). La conoscenza di Dio non è teoria. È l’accoglienza dell’azione di Dio che si comunica. Come ha agito con Ciro, continua ad agire in tutti i popoli. È quello che chiamiamo la semente del Vangelo. È necessario scoprire le ricchezze dei popoli, per aprire i  campi alla evangelizzazione. Ogni celebrazione ci porta al discernimento delle realtà umane nel loro relazionamento con le divine.

letture: Isaia 45,1.4-6;Salmo 95;1 Tes.1,1-5b; Matteo 22,15-21.



 
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