nº 1335

Articolo

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Il miracolo dell’Ostia

1417. Condividete il pane tra voi

Già da secoli succedono miracoli in riferimento all’Eucaristia. Normalmente sono legati o a un momento di mancanza di fede del celebrante o a un qualche incidente. Tutto molto bene. Possiamo accogliere il loro insegnamento, ma c’è un miracolo che oltrepassa tutti questi e che può essere visto e seguito da tutti. È il miracolo che Gesù ha fatto nell’ultima Cena del Giovedì Santo.  Questo è il miracolo, è di fede, si comunica a tutti, non solo ai privilegiati. In quella notte Gesù prese il pane,  rese grazie , lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: Prendete e mangiatene tutti. Poi prese il calice del vino e disse: bevetene tutti, perchè questo è il mio sangue,  versato per molti in remissione dei peccati (Mt 26, 26-29). Egli stesso spiegò questo  miracolo, leggiamo in Giovanni: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e Io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perchè la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (Gv 6, 55-56). L’Ostia e il Vino consacrati sono il Corpo e il Sangue di Cristo donati per la vita del mondo (51). Quando  prendiamo l’Ostia e il Vino consacrati, riceviamo Cristo che rimane in noi. È il grande miracolo che ha fatto il Signore. Ci ha dato la Vita e la Salvezza attraverso un pezzo di pane e un poco di vino che sono il suo Corpo e il suo Sangue. Come  il cibo si trasforma in noi, Egli ci trasforma in Lui. Il secondo miracolo è averLo come cibo che ci unisce alla sua missione di salvezza del mondo. Egli ci associa alla sua Vita e alla sua Missione di Salvezza. Questa salvezza non è solo spirituale, ma è dare vita  ai bisognosi. La fede ci risuscita per far risuscitare le vittime del male non solo spirituale, ma anche corporale e sociale. Questo significa condividere.

1418. Risurrezione applicata alla politica

Il miracolo dell’Ostia continua a fare meraviglie. Aumentare la partecipazione all’eucaristia non è aumentare il numero di coloro che si comunicano. È importante comunicarsi bene. Con tutto ciò comunicarsi bene non si riferisce alla purezza per ricevere il Corpo del Signore. Si tratta di assumere il Sacramento nella sua intenzione fondamentale che è quella della remissione dei peccati, cioè, di tutti i mali che affliggono il mondo. Abbiamo spiritualizzato i sacramenti che finiscono nell’individualismo spirituale, ne abbiamo cambiato la finalità. È per questo che non cresciamo e non prendiamo vigore dal sacramento.  Il miracolo è continuare in noi la missione redentrice di Cristo, salvando il mondo. Noi riceviamo non solo un comandamento di andare a evangelizzare, ma è la presenza di Cristo in noi che continua l’evangelizzazione e la restaurazione delle persone e del mondo. Per questo è politica e sociale, perchè si interessa della realtà delle persone. Il miracolo dell’Ostia, che riceviamo è cambiare le realtà di fame, sofferenza, dolore, mancanza di possibilità di vita del popolo, come ben sappiamo.

1419. Facendo la differenza

Il cristiano  rivolto solo a se stesso, o alla Chiesa pensano solo ai loro interessi, non è come desiderava Gesù Cristo. Noi siamo il Male, perchè il Male non fa il bene. Vediamo gente soffrire e non soccorriamo, la Messa non è celebrata bene e la comunione è ricevuta male. La differenza che dobbiamo mostrare è il miracolo dell’Ostia che prendiamo. Essa, che è Gesù, trasforma non solo il nostro cuore, ma anche le realtà di sofferenza della gente. Il miracolo consiste anche nella cura del cuore dove alberga il male. Per questo vediamo che le persone buone, hanno sempre tempo per la carità e anche cercano di togliere il male del peccato dalle persone e dal mondo. Dove non esiste l’amore, esiste il male. È necessario andare al di là della devozione all’Eucaristia per usare la forza trasformatrice di questo miracolo.