Non basta vedere è necessario credere!
nº 1218
Omelia Domenica di Pasqua
(31.03.13)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Risorgeremo a Vita Nuova
Siamo testimoni
Nella Celebrazione della
Veglia Pasquale riceviamo un profondo insegnamento dalle letture della Parola
di Dio che proclamano la presenza del Risorto e ci avvolgono con l’atmosfera
della sua Risurrezione. Sono diversi i simboli che vengono usati: il fuoco, la
luce, l’acqua, il canto e la comunità, che ci introducono al mistero pasquale. Siamo
coinvolti nel rinnovamento delle promesse battesimali e nella celebrazione dell’Eucarestia.
È soprattutto nella domenica di Pasqua
che possiamo cantare l’”Alleluia”, perchè il Padre ha risuscitato Suo Figlio e
noi che crediamo in Lui. Cristo, morendo, ha distrutto la morte, risorgendo ha
dato a noi la vita (prefazio). Noi siamo testimoni degli avvenimenti della Risurrezione
perchè abbiamo accolto la testimonianza degli Apostoli come afferma Pietro: “E
noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e
in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha
risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo,
ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui
dopo la sua risurrezione dai morti.” (At 10, 40-41). Siamo testimoni di un
Vivente. Il contatto con Gesù vivo, dopo essere passato dalla morte e essere
risorto, ha dato agli apostoli e ai discepoli la forza dell’annuncio e la
liberazione da tutti i mali, come aveva Gesù stesso che consacrato “in Spirito Santo e potenza passò
beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del demonio”
(38). Così Pietro riconosce la presenza dello Spirito nella casa di Cornelio,
centurione romano. Nello stesso tempo ha capito che la buona novella è per
tutti. Lo Spirito è dato anche ai pagani. E anche questi possono ricevere il
battesimo. La Risurrezione è opera di Dio.
Non basta vedere, è
necessario credere
I discepoli Pietro e
Giovanni, all’annuncio della Maddalena, corrono al sepolcro. Pietro entrò e vide.
Giovanni vide e credette. È la fede nella Risurezione che garantisce la
testimonianza. È lo Spirito che apre la mente affinchè possiamo comprendere.
Egli è vivo. La donna è la prima testimone, come la Chiesa è la prima a
testimoniare che Cristo è vivo e a garantire la sua presenza in mezzo a noi. Lo
Spirito insegna che la fede nella Risurrezione è garanzia di vita eterna.
Morendo ha distrutto la morte, risorgendo ha dato a noi la vita (prefazio). A noi
spetta non soltanto sapere, ma credere, e questo trasforma la vita a partire
dal primo frutto della Risurrezione che è la Vita Nuova. Paolo insiste: “Fratelli,
se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, ... rivolgete il
pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3, 1-2). Credere significa
un modo nuovo di vivere. La fede non è solo intellettuale, ma genera un modo di
vivere. Essa conduce anche all’annuncio della certezza della Risurrezione.
Vita nascosta in
Cristo
Facciamo parte della Storia
della Salvezza. La Risurrezione ci unisce a Cristo, come dice Paolo: “voi infatti siete morti e la
vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! (Col 3,3). Stare con la propria vita
in Dio è la nuova nascita. La fede ci genera a Dio. Celebrando i misteri
pasquali, arriviamo alla luce della Risurrezione. E la Chiesa si rinnova e
rinasce (Offertorio). Il cambiamento di condotta avviene quando ci apriamo alla
carità. Togliamo la pietra dalla porta del sepolcro del nostro cuore e
annunciamo il Risorto. La Pasqua non è un avvenimento passato. Essa avviene in
ogni atto d’amore. La festa di Pasqua accenda sempre in noi il desiderio del
Cielo (Veglia). Non sconfidarsi quando tutto sembra perduto. Nulla va perduto. Atutti,
in Cristo, sono state spalancate le porte del Cielo. Ogni Eucaristia rende
presente la Risurrezione.
LETTURE: At
10, 34a. 37-43; Sal 117; Col 3, 1-4; Gv 20, 1-9