Nella vita eterna la felicità continua ed è molto più grande che quella della terra, per questo vale sempre la pena essere fedeli a Dio e alla sua legge
n. 1282 Omelia 32^ Dom. T.O. 10.11.2013 P. Luiz Carlos de Oliveira Redentorista
Dio dei vivi
La Resurrezione trasforma
Nel vangelo di oggi Gesù insegna alcuni punti fondamentali della sua dottrina. Afferma la risurrezione dei morti e il suo senso. La speranza nella risurrezione è superiore a ogni sofferenza, come si legge nel supplizio dei sette fratelli e della loro madre. Questo testo dei Maccabei è messo per spiegare che la risurrezione conduce alla vita eterna: “Un giorno Dio ci risusciterà” (“ Mc 7,14). I sadducei, che non credevano alla risurrezione, per provocare Gesù, presentano il caso di una donna che si è sposata con 7 fratelli uno dopo l’altro, e non ha avuto figli da nessuno di essi, e alla fine anche lei è morta. C’era una legge per i giudei che il fratello doveva dare discendenza al fratello morto senza figli. Di chi sarà la moglie, se è stata sposa di tutti e sette i fratelli? Gesù accenna alla visione di Mosè nella quale Dio si chiama: Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Che vuole dire che questi personaggi sono vivi. Così anche, per noi che risorgeremo, il modo di vita sarà diverso, poiché sarà vita da risorti. La vita è la stessa ma in altro modo e per sempre. In essa lo spirituale riempie totalmente l’essere umano. Conosceremo e ci ameremo molto di più, poiché ci conosceremo in Dio che è la Vita totale. Il popolo domanda: “incontreremo e riconosceremo i nostri cari che ci hanno preceduto?” non li conosceremo nella fragilità umana di un tempo, ma nella grandiosità Divina che è molto di più. La conoscenza sarà molto maggiore, perché è la vita dell’immortalità. Saremo come gli Angeli. Il gusto spirituale è infinito, e supera tutto quello che un cuore umano possa desiderare e sognare. Saremo noi stessi, nella dimensione della partecipazione con Dio. Gesù afferma che la vita non termina qui e che la vita futura non è uguale a quella che abbiamo ora, ma che è superiore. Se l’umano, fisico e affettività sono meravigliosi, quanto più sarà la conoscenza spirituale.
Missione di annunciare la Vita
La lettura del martirio dei sette fratelli e della loro madre mostra la fortezza davanti alla sofferenza e la certezza che vale più perdere la vita e avere la risurrezione che disobbedire a una legge di Dio. Niente vale di più che l’amore obbediente a Dio. Questo già è una proclamazione della Vita Eterna. Una fede sarà robusta e salvifica nella misura in cui preferiremo questi beni maggiori rispetto alle soddisfazioni passeggere. Non credere alla risurrezione è un invito molto chiaro a scegliere il cammino di morte. Niente giustifica la vita se non c’è risurrezione. Noi vediamo questa stessa fortezza nei martiri di tutti i secoli. Nel momento della loro sofferenza, hanno ricevuto un dono di fortezza immenso, perché Cristo si è unito alle loro sofferenze. Continuiamo nel nostro corpo ciò che manca al Corpo di Cristo che è la Chiesa (Cl 1,24). Accettiamo la nostra parte di sofferenza perché crediamo alla gloria della Risurrezione. Questa forza ci accompagna nella preghiera con la quale ci fortifichiamo e per la quale aiutiamo la predicazione del vangelo della Vita. Il Signore conduce i cuori all’amore di Dio.
La Risurrezione comincia ora
Gesù dice che chiunque crede ha la vita eterna (Gv 6,47). E anche che “Chiunque mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6,54). Per la fede e per il sacramento dell’Eucaristia abbiamo la garanzia della risurrezione per la vita eterna. Questa comincia qui. Vivendo la Risurrezione siamo al servizio del Signore e del Suo Regno: “Interamente disponibili ci dedichiamo al tuo servizio” (Colletta). Celebrare per vivere (Offertorio). Per questo chiediamo che perseverino nella sincerità del loro amore coloro che sono stati fortificati dall’infusione dello Spirito Santo.
Letture: 2 Mac. 7, 1-2.9-14; S. 16; 2 Tes. 2.16.3,5; Luca 20, 27-38
|