Nè ricchi nè poveri , ma tutti fratelli.
nº
1254
Omelia 18^ Dom. T.O.
(04.08.13)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Ricchi di Dio
Vanità delle vanità
Il salmo 89 ci invita a pregare così: “ Insegnaci a
contare i nostri giorni, e avremo la sapienza del cuore”. Gesù racconta la
parabola dell’uomo che fece un abbondante raccolto e si sentì sicuro di poterne goderne negli anni successivi, ma
non si ricordò che la vita non dipendeva da lui e che quella notte stessa gli
sarebbe stata richiesta. Ecco la follia dell’uomo. La liturgia della Parola ci
fa riflettere sulla vanità dell’accumulo dei beni, poichè anche se qualcuno ne
ha molti ,la vita di un uomo non consiste nell’abbondanza dei beni (Lc 12,15).
Per completare questo pensiero, l’Ecclesiaste ci parla della vanità di
accumulare beni per lasciardi ad altri che non hanno fatto niente per produrli (2,21).
C’era una mentalità che esiste anche in certi gruppi cristiani, e cioè, che la
ricchezza è segno della benevolenza di Dio. Gesù si contrappone proprio a questo con la sua parabola. Gesù
con si scaglia contro i beni, ma contro l’avidità che indurisce il cuore e fa
abbandonare la vera ricchezza che è Dio. Per questo indica il cammino di
relativizzare le ricchezze con il loro giusto uso non per se , ma per essere
ricchi davanti a Dio (21). . Il consumismo è una idolatrica (Cl. 3,5). Gesù
chiama questo tipo di persone : senza intelligenza (Lc 12,20). Il grande
peccato dell’umanità , che è anche una delle grandi tentazioni che troviamo
all’inizio del ministero di Gesù, è vivere per le ricchezze. Questo ha invaso
il mondo. Aumenta i beni materiali, le possibilità di vita, e aumenta il numero
dei bisognosi. I poveri soffrono non solo perchè non hanno niente, ma per l’avidità
di chi li sfrutta sempre di più.
E quanto è brutta la situazione di coloro che se avevano qualcosa sono
restati vittima dell’avidità di altri. È il fallimento umano. Ciò che complica
ancor di più questa situazione è la ricerca della religione, di Dio e della
preghiera solo per avere beni materiali. È la falsa idea della retribuzione:
dicono che i beni materiali sono benedizione di Dio, e chi non li ha è maledetto? Gesù non ha detto questo.
Agire da uomini nuovi
La lettera di Paolo ai
Colossesi risponde al problema delle riccchezze vissute con avidità : “ Fratelli,
se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto
alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle
della terra” (Cl 3, 1-2). La Risurrezione trasforma anche i valori umani. I
beni sono buoni quando sono trasformati in beni eterni. I beni sono per essere
condivisi. Chi li ha non deve restarne senza, me che anche gli altri non ne
restino senza. D. Helder diceva che non si deve invertire il quadro: cioe i
poveri che diventano ricchi e i ricchi che diventano poveri. “Ne ricchi nè
poveri, ma tutti fratelli”. Risorti nel battesimo, siamo chiamati a vivere una vita nuova. Paolo invita a far
morire ciò che è della terra, questo è vivere un modo di vita nuovo seguendo il
vangelo di Gesù.
Spogliarsi di se
Gesù indica questo nuovo
modo di vita al cristiano: “La vita dell’uomo non consiste nell’abbondanza dei
beni” (Lc 12,1). Riassume così il modo di vivere il Vangelo. In diversi luoghi
ha parlato dei beni materiali. Proprio
Lui ha dato l’esempio nella spoliazione di se: “Il Figlio dell’uomo non ha dove
posare il capo” (Mt 8,20). Paolo insiste sulla povertà di Cristo: “ Da riccho
che era si è fatto povero a causa vostra, per arricchire voi son la sua
povertà” (2 Cor 8,9). Ciò che deve essere abbandonato sono i vizi che ci
portano alla povertà morale, per arrivare alla ricchezza dei beni materiali
vissuti nello spirito del Vangelo. Dice Paolo: “Spogliatevi dall’uomo vecchio e
della sua maniera di agire e rivestitevi dell’uomo nuovo che si rinnova secondo
il Creatore “(Cl 2,3,9-10).
Letture: Eccl. 1,2;2,21-23; S. 89; Col. 3, 1-5.9-11;
Lc 12, 13-21
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