Gesù ci insegna ad andare
controcorrente. Egli è in permanente relazione con il Padre, e lo prega prima
di ogni sua decisione.
n. 1242
Omelia 12^ Domenica T.O.
23.06.2013
Pe.Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Rivestirsi
di Cristo
Sei
il Cristo di Dio
Il mistero di Cristo può essere compreso solo se
partiamo dalla Sua vita. Egli è in permanente relazione con il Padre, come
vediamo nel giorno in cui restò a Gerusalemme all’insaputa dei suoi: “Non
sapevate che devo stare nella casa del Padre mio?”(Lc 2,49); o quando cacciò i
venditori dal tempio: “Non fate della casa di mio Padre una spelonca di ladri”
(Gv 2,16). “Il mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha inviato” (Gv
4,34). Nell’orto degli ulivi spinge al massimo la sua obbedienza: “Padre mio,
se questo calice non può passare da me, senza che io lo beva,sia fatta la tua
volontà” (Mt 26,42). Quante volte lo vediamo pregare, come leggiamo oggi: “Mentre
Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui”
(Lc 9,18). La sua preghiera è il primo insegnamento. Pregava il Padre prima
delle sue decisioni e difficoltà. Doveva
essere una preghiera dolorosa che definiva il disegno del Padre. Nel fare la domanda: “chi dicono che io sia”, sta guardando il fallimento del suo
ministero, perché il popolo ancora non lo capiva. La risposta che il Padre pone sulla bocca di Pietro,
riconferma il comando, perché “prese risolutamente il cammino verso Gerusalemme”
(Lc 9,51), per realizzare il disegno del Padre che comprende la sua morte e
risurrezione. È complicato capire che mentre Gesù desiderava che sapessero chi
Lui era imponesse, allo stesso tempo, il
segreto: “Egli ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno” (Lc 9,21). Impone
il segreto affinchè non avessero una comprensione sbagliata della sua missione
di Messia. I giudei facevano una immagine mirabolante del messia, un lider
politico che doveva fare miracoli spettacolari. Per questo non accettarono un
Messia sofferente. Annuncia cosa avverrà: “il Figlio dell’Uomo deve soffrire
molto, essere rifiutato … morire e
risuscitare il terzo giorno” (22). Per andare avanti aveva bisogno del contatto
con il Padre nella preghiera.
Se qualcuno mi segue
Il Signore Gesù desidera che i
suoi discepoli restino uniti a Lui nella Passione. Il cammino del Maestro è il
cammino del discepolo. Il Messia rivela il suo volto completo: Uomo dei dolori
esperto nel soffrire. Perché Cristo deve soffrire? Non c’è redenzione senza
sangue (Eb 9, 21-22). Il sangue è la vita. Sparge il sangue per dare la Vita. Questa
non è un’opera semplicemente umana. Nella messa di oggi, preghiamo: “Non cessare
di condurre coloro che hai confermato nel tuo amore”. Per comprendere questo
cammino c’è bisogno dello Spirito Santo. Vediamo che gli apostoli si sentirono “molto
contenti per essere stati giudicati
degni di soffrire oltraggio per il Nome di Gesù” (At 5,39), poiché era stato loro proibito di predicare
nel nome di Gesù. Il seguire Cristo viene da una scelta definitiva per Lui e il
suo vangelo. Questo è rivestirsi di Cristo dall’interno.
Fin dall’aurora ti cerco
Il profeta Zaccaria (non è il
padre di Giovanni Battista), 500 anni prima di Cristo disse: “riverserò sopra ….
Gli abitanti di Gerusalemme uno spirito di grazia e di consolazione,
guarderanno a colui che hanno trafitto” (Zc 12,10). È possibile seguire Cristo come rinuncia a se
stesso, con il coraggio di perdere la vita per Cristo , se c’è in noi la sete di Dio: “ha sete di te l’anima
mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua” (S. 62). La
sete che abbiamo sarà completa quando in
noi il Figlio avrà sete del Padre. Stando in unione con Lui saremo “assetati”. Lo
Spirito che il Padre ci dà, allevia la nostra sete. Quanto più riceviamo di
questa acqua, più sete avremo. Nella Eucarestia, per la parola e la comunione,
il Pane del Cielo, saremo sempre più rivestiti di Cristo
LETTURE: Zc 12,10-11; 13,1; Sal 62; Gal
3,26-29; Lc 9,18-24