n. 1235
Articolo
Corpus Domini
pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
1270.
Mangiare con il cuore
Gesù desidera stare sempre con
noi e nutrirci con la sua Persona e la sua Parola. Per questo prese il pane e
il vino. Il pane è buono, gustoso, fortificante e dà vita. Il vino dà il senso
del sangue e della festa. In quella notte Egli si riunì con i suoi. Perché Gesù
sceglie il cibo per realizzare il più grande mistero della salvezza? In un modo
molto umano, possiamo dire che ha fatto ciò che noi potessimo capire. Per ricordare la liberazione dall’Egitto, Dio ha
comandato che celebrassimo la cena. Il pasto preso insieme è un sacramento
della comunione umana ed è assunto da Gesù come sacramento della comunione con
Lui. Il gesto fondamentale della vita di Gesù, era che fosse conservata la
memoria della Sua Morte e Risurrezione e questo è espresso nel gesto della
comunione tra i partecipanti. Gesù desidera assumere la realtà del pane per farci capire cosa si realizza nel
mistero. Il pane che mangiamo passa per il nostro organismo, rallegra sostenta
e dà vita. Così avviene con il mistero dell’Eucaristia. Gesù è il Pane della
Vita che sostiene, dà vita e gioia. Nell’ultima
cena disse che il pane era il Suo Corpo e il vino il Suo Sangue. Così, quando
riceviamo questo pane e questo vino, siamo in comunione con gli altri, perché entriamo
in comunione con Dio. Perciò, la cena di Gesù soddisfa i nostri desideri e ,
per mezzo nostro, sazia la fame di molti nel mondo.
1271. Venite e Adoriamo!
Nella festa del Corpus Domini
portiamo Gesù solennemente per le strade perché tutti lo adorino. Noi che
crediamo, sentiamo la gioia di adorare, amare e riconoscere quanto Dio ci ha amato dandoci l’Eucaristia
come alimento e presenza. Questa devozione si affermò intorno al 1264. Ma noi non possiamo contemplare l’Ostia Santa senza
ricordare tutto quello che Gesù ha voluto darci e insegnarci con questo mistero
tanto grande, di un Dio che si fa Uomo. Egli si è fatto pane per la vita del
mondo. Egli ha dato la vita e si dona nel Pane Eucaristico, nostra Pasqua. L’Eucaristia
è anche un insegnamento. Non basta
condividere il pane tra i fratelli. È necessario fare quello che ha
fatto Gesù in quel momento e con tutta la Sua vita: spezzò il pane e lo
distribuì. Ricordiamo qui il miracolo della moltiplicazione dei pani. Con pochi
pani alimentò una moltitudine. Questo ci
dice che possiamo, con il poco che abbiamo saziare il mondo. L’Eucaristia non
divide, moltiplica. Comprenderemo questo
mistero solo quando saremo capaci di mettere in pratica la solidarietà. La fede,
se non porta le opere è morta in se stessa, dice San Giacomo (2,17)
1672.
Un Dio dimenticato
Nella benedizione del Santissimo
cantiamo: “Benedetto! Lodato sia! Il Santissimo Sacramento!”. C’è una strofa
che dice: “O Vergine Maria, rendeteci tabernacoli viventi dell’Eucaristia!”. Cosa
significa tabernacolo vivente? Esiste il tabernacolo di marmo, di pietra e
finanche d’oro, dove sono conservate le Ostie consacrate. Lì sta Gesù per
essere adorato, amato, venerato con tutto il nostro affetto. Siamo tabernacolo
vivente perché abbiamo Gesù in noi, per essere amato, adorato, venerato con
tutto il nostro amore. Adorare Gesù presente nell’altro attraverso l’Eucaristia
è vivere il comandamento dell’amore prendendo cura della persona dell’altro,
soccorrendo i bisognosi, rispettando l’essere umano che è la casa di Gesù. Avendo
cura del prossimo stiamo curando Gesù. Il nostro legame con l’Eucaristia non è
soltanto nel momento della comunione liturgica.
Come Gesù ha assunto la natura umana , anche noi partecipiamo della sua
Vita. Nella sua Umanità sta la nostra. La nostra carne è risorta con Lui. Ed è
unita alla divinità quando Gesù si fa Pane per noi. Già siamo uniti a Lui nell’Eucaristia.