Corpus Domini 2013


n. 1235
Articolo
Corpus Domini
pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

1270. Mangiare con il cuore

Gesù desidera stare sempre con noi e nutrirci con la sua Persona e la sua Parola. Per questo prese il pane e il vino. Il pane è buono, gustoso, fortificante e dà vita. Il vino dà il senso del sangue e della festa. In quella notte Egli si riunì con i suoi. Perché Gesù sceglie il cibo per realizzare il più grande mistero della salvezza? In un modo molto umano, possiamo dire che ha fatto ciò che noi potessimo capire. Per  ricordare la liberazione dall’Egitto, Dio ha comandato che celebrassimo la cena. Il pasto preso insieme è un sacramento della comunione umana ed è assunto da Gesù come sacramento della comunione con Lui. Il gesto fondamentale della vita di Gesù, era che fosse conservata la memoria della Sua Morte e Risurrezione e questo è espresso nel gesto della comunione tra i partecipanti. Gesù desidera assumere la realtà del pane  per farci capire cosa si realizza nel mistero. Il pane che mangiamo passa per il nostro organismo, rallegra sostenta e dà vita. Così avviene con il mistero dell’Eucaristia. Gesù è il Pane della Vita che sostiene, dà vita e gioia.  Nell’ultima cena disse che il pane era il Suo Corpo e il vino il Suo Sangue. Così, quando riceviamo questo pane e questo vino, siamo in comunione con gli altri, perché entriamo in comunione con Dio. Perciò, la cena di Gesù soddisfa i nostri desideri e , per mezzo nostro, sazia la fame di molti nel mondo.

1271. Venite e Adoriamo!

Nella festa del Corpus Domini portiamo Gesù solennemente per le strade perché tutti lo adorino. Noi che crediamo, sentiamo la gioia di adorare, amare e riconoscere  quanto Dio ci ha amato dandoci l’Eucaristia come alimento e presenza. Questa devozione si affermò intorno al 1264. Ma  noi non possiamo contemplare l’Ostia Santa senza ricordare tutto quello che Gesù ha voluto darci e insegnarci con questo mistero tanto grande, di un Dio che si fa Uomo. Egli si è fatto pane per la vita del mondo. Egli ha dato la vita e si dona nel Pane Eucaristico, nostra Pasqua. L’Eucaristia è anche un insegnamento. Non basta  condividere il pane tra i fratelli. È necessario fare quello che ha fatto Gesù in quel momento e con tutta la Sua vita: spezzò il pane e lo distribuì. Ricordiamo qui il miracolo della moltiplicazione dei pani. Con pochi pani alimentò una moltitudine.  Questo ci dice che possiamo, con il poco che abbiamo saziare il mondo. L’Eucaristia non divide, moltiplica.  Comprenderemo questo mistero solo quando saremo capaci di mettere in pratica la solidarietà. La fede, se non porta le opere è morta in se stessa, dice San Giacomo (2,17)

1672. Un Dio dimenticato

Nella benedizione del Santissimo cantiamo: “Benedetto! Lodato sia! Il Santissimo Sacramento!”. C’è una strofa che dice: “O Vergine Maria, rendeteci tabernacoli viventi dell’Eucaristia!”. Cosa significa tabernacolo vivente? Esiste il tabernacolo di marmo, di pietra e finanche d’oro, dove sono conservate le Ostie consacrate. Lì sta Gesù per essere adorato, amato, venerato con tutto il nostro affetto. Siamo tabernacolo vivente perché abbiamo Gesù in noi, per essere amato, adorato, venerato con tutto il nostro amore. Adorare Gesù presente nell’altro attraverso l’Eucaristia è vivere il comandamento dell’amore prendendo cura della persona dell’altro, soccorrendo i bisognosi, rispettando l’essere umano che è la casa di Gesù. Avendo cura del prossimo stiamo curando Gesù. Il nostro legame con l’Eucaristia non è soltanto nel momento della comunione liturgica.  Come Gesù ha assunto la natura umana , anche noi partecipiamo della sua Vita. Nella sua Umanità sta la nostra. La nostra carne è risorta con Lui. Ed è unita alla divinità quando Gesù si fa Pane per noi. Già siamo uniti a Lui nell’Eucaristia.


 
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