La conoscenza
di Dio è data dalla fede e dall’amore. Noi andiamo a scuola dallo Spirito
Santo. Nella sua aula Egli parla della Sapienza che ha creato l’Universo e il
nostro cuore!
nº 1234
Omelia della Santissima Trinità
(26.05.13)
Pe.Luiz Carlos de Oliveira
Un
Dio nel nostro cuore
Condurrà
alla verità tutta intera
Nella solennità della SS. Trinità
pensiamo di non capire nulla, perciò tralasciamo, forse, di ascoltare. Ma Dio
non è complicato. Nella vita futura saremo immersi in questo mistero e
conosceremo sempre più l’Infinito che ci farà infinitamente felici. Gesù
diceva: “ho ancora molte cose da dirvi, ma non siete ancora capaci di
comprenderle”. Non c’è bisogno di preoccuparci perché lo Spirito Santo ci
condurrà alla pienezza della verità (Gv 16, 12-13). Il Padre ha inviato Gesù
per rivelarci il suo ineffabile mistero. Solo con Gesù facciamo la conoscenza
di un Dio Uno e Trino. Questo mistero non è incomprensibile perché lo Spirito
Santo è stato dato per condursi in questa verità, come disse Gesù. La conoscenza
di Dio Trinità non è solo intellettuale: Credo! Accetto! Tutti coloro che
cercano Dio sanno che il rapporto da persona a Persona è di vitale importanza.
Egli ci coinvolge nella comunione che c’è tra le tre Persone Divine. La verità
ci introduce nell’amore. Quando siamo capaci di amare le persone è perché già
amiamo Dio. La Sua Vita penetra la nostra vita. Vivere la fede cristiana è
instaurare la comunione. Gesù dice: “Se qualcuno mi ama, ascolterà la mia
parola e il Padre mio lo amerà e verremo a lui e prenderemo dimora presso di
lui” (Gv 14,21). La conoscenza della Trinità, in primo luogo avviene per
contatto, poi con spiegazioni. Il contatto è questa comunione che si stabilisce
perché Dio dimora in noi. Quanto più dimoriamo in Lui, tanto più le nostre
azioni corrisponderanno a questa verità. L’amore al prossimo e l’amore a Dio si
fondono in un unico amore. Quando parliamo dell’amore non parliamo di
sentimento, ma di impegno di vita. La nostra adorazione a Dio sarà vera nella
misura in cui vivremo come Gesù ha vissuto: “chi dice di rimanere in Lui deve
camminare come Lui ha camminato” (1 Gv 2,6)
Giocando sulla superficie della terra
La serietà
della liturgia della Parola è temprata dalla bellezza della Sapienza gioiosa. Il
libro dei Proverbi parla della creazione della Sapienza, fin dall’eternità, e
che identifichiamo con Gesù. L’autore la presenta come una fanciulla che gioca
nell’universo per dar gioia al Padre che l’ha generata: “io fui generata quando
non esistevano gli abissi …quando non aveva ancora fatto la terra e i campi …quando
disponeva le fondamenta della terra io ero con lui come artefice ed ero la
sua delizia ogni giorno: giocavo davanti a lui in ogni istante, giocavo sul
globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell'uomo».(Pro 8,
22-31). È una bella immagine di un Dio che sa giocare. Il Dio arcigno non si
adatta al nostro amabile Creatore. Egli ha creato l’uomo per il suo piacere: “Il
cuore dell’uomo è il paradiso di Dio”, dice Sant’Alfonso . Perciò ricordiamo
che : “quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita …che cosa è mai l’uomo perché
di lui ti ricordi, davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di
onore lo hai coronato. (S. 8)
La speranza non delude
Se conosciamo
Dio, manteniamo viva la speranza di vivere con Lui. Paolo scrive: “La speranza
poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori dallo
Spirito Santo che ci è stato dato ” (Rm 5,5) per questo preghiamo così: “E nel proclamare
te Dio vero ed eterno, noi adoriamo la Trinità delle Persone, l'unità della
natura, l'uguaglianza nella maestà divina” (prefazio). La relazione con la
Trinità ci dà la speranza di essere una offerta eterna così come sono accolte e
santificate le nostre offerte (offertorio). L’Eucaristia è una lode e una
adorazione perché amiamo e siamo amati.
Letture: Pro. 8,
21-31; S. 8: Rm 5, 1-5; Gv 16, 12-15