E’ difficile vedere in Gesù, un uomo comune, il
Messia Promesso e atteso. Gli accomodamenti di fede non accettano cambiamenti
nè rinnovamenti. Questo nasconde che non si vuole vincere la radice di peccato presente
in noi Non vogliamo vincere ciò che ci vince!
nº 1202
Omelia 4^ Domenica T.O.
(03.02.13)
Pe.
Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Ti
ho consacrato Profeta
La
difficile missione
Gesù, il Profeta promesso da Dio
(Dt 18,15), annuncia la Parola a Nazareth e subisce il rifiuto dei suoi
concittadini. Egli è stato unto e consacrato dallo Spirito, nel battesimo al
Giordano, per la missione profetica. Il profeta Geremia fu anch’egli consacrato
come tale, dal seno materno. Il profeta subirà difficoltà ed opposizioni. Chi
si è ben sistemato in questo mondo difficilmente accetta i cambiamenti e si
scaglia anche contro chi proclama la novità del Regno di Dio. Di Gesù conoscevano Lui e la sua famiglia, e fu rifiutato fino al
punto da desiderare di gettarlo dal precipizio del monte. Questo precipizio,
inesistente a Nazareth, significa che volevano eliminarLo. Le proposte di Dio
al profeta Geremia sono le stesse assunte da Gesù. La difficoltà stava nel
fatto di vedere e accettare in quell’uomo comune che loro conoscevano, il
Messia di Dio. Perciò Egli ripete il proverbio: “Medico cura te stessoâ€, perché
se avesse fatto un miracolo che avesse dimostrato che egli era l’eccelso
Messia, i nazaretani avrebbero creduto. Gesù insiste nella adesione a Lui e
alle sue parole per fede. Dice anche che destino del profeta è essere rifiutato.
Il profeta promesso da Mosè nel Deuteronomio 18, come Mosè, reclama i diritti
di Dio. Questo è scomodo. Gesù cita il caso di Naam che fu guarito da Eliseo
e la vedova di Serepta fu soccorsa da
Elia. Costoro erano pagani. E Gesù fa il guaritore a Cafarnao, città mezza
pagana. Con questo è dimostrata , da una parte, l’apertura del Regno a tutti e
dall’altra, la chiusura che c’è nella
gente nell’accoglierlo. Il tentativo di eliminare Gesù è il desiderio di liberarsi della sua scomoda
profezia. La profezia a cui ci si riferisce stà nella lettura di domenica
passata, nella quale non si parla della condanna dei pagani, non viene promessa
la vendetta di Dio, ma la liberazione , dei sofferenti, di tutti i mali. Gli accomodamenti
nella fede superficiale è ciò che provoca il rifiuto dei profeti. Possiamo usare
anche una religione superficiale per soffocare la fede
la
vera caritÃ
L’annuncio della parola ad opera
del profeta ha come fondamento l’amore di Dio riversato nel suo cuore. Questo annuncio
è una espressione dell’ amore di Dio e deve essere fondato su questo amore e
fatto nell’amore, come scrive Paolo ai Corinti 13. S. Agostino descrive un modo
di comprendere questo amore: “ l’amore di Dio occupa il primo posto nell’ordine
dei precetti, ma l’amore del prossimo occupa il primo posto nell’ordine dell’esecuzioneâ€
(Trat. 17,7-9). La predicazione è la massima carità perchè continua a spandere
l’amore della redenzione di Gesù Cristo, perché Dio vuole che tutti si salvino
(1 Tm 2,4). La carità deve penetrare la vita del profeta. Tutti sono chiamati a
essere profeti, annunciatori della presenza del regno di Dio nel mondo con la
predicazione della vita. Se non sono capaci di udire la parola di vita,
difficilmente si apriranno alla parola parlata. Carità non è sentimento, è
vita.
L’oggi
di Dio
Le nostre celebrazioni non sono
semplicemente la lettura di un testo, ma la proclamazione dell’Oggi di Dio nel
nostro mondo. Gesù non è venuto per un gruppetto di adepti. La fede insegna che
è venuto per tutti. Per questo ogni celebrazione privilegia la profezia come
invito a realizzare la trasformazione. Il rifiuto mostra che non si vuole vincere ciò che ci vince e cioè la radice del
peccato. Gesù, quando proclama che “oggi si è compiuta questa Scrittura che voi
avete ascoltato†(Lc 4,21) causa ammirazione e rifiuto. Sta come a dire che non
si mescola nella struttura. Tutto ha funzionato molto bene fino adesso. È quello
che succede nel rifiuto di rinnovare la Chiesa. Non si mescola, perchè tutto va
bene. Gesù dirà ai discepoli: “se perseguiteranno me, perseguiteranno anche voiâ€
(Gv 15,20).
Lettura: Ger. 1, 4-5.17-19; S. 70;
1 Cor 12, 31-13,13;
Vangelo di Luca 4, 21-30