Omelia 3^ Dom. T.O. - 27.1.2013



La comunità riunita in assemblea liturgica realizza l’oggi di Dio!

 

nº 1200
Omelia 3^ Domenica T.O.

(27.01.13)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista


Anno di grazia del Signore

Nella forza dello Spirito

Dio ci ha fatto per essere corpo unito (1 Cor 1, 13), come ci spiega Paolo. Non elimina l’individuale, ma lo colloca in unione con gli altri, perché un membro solo non è corpo. È l' unione con gli altri membri che  dà senso ed esistenza. Gesù usa il paragone del ramo unito al tronco (Gv 15, 1-9). Quando Dio parla al suo popolo lo fa sempre in assemblea, nella convocazione sacra. Nel recupero del popolo di Dio dopo le sofferenze della deportazione, Esdra e Neemia, convocano il popolo, aprono il libro e fanno la lettura. Questa proclamazione è come una permanente rifondazione del popolo. Fanno un riassunto per portare la memoria del Monte Sinai. Oggi abbiamo l’ambone per proclamare il Vangelo. Neemia convoca il popolo alla gioia della conversione. Dio si rallegra per la costante conversione del suo popolo. Gesù completerà questo pensiero con le parabole: del figlio, della pecora e della dracma perduta (Lc 15, 1-31). A Nazareth, la convocazione è nella sinagoga nella quale, Gesù apre il libro sacro. Gesto solenne per definire la sua missione.  Questa è sotto l’unzione dello Spirito. Il testo che legge è del profeta Isaia, soffermando il suo pensiero nel programma del Regno che porta liberazione e nella proclamazione del grande giubileo di pienezza della benedizione. Luca racconta questo momento della vita di Gesù per dare solidità all’insegnamento. Annuncia la base della predicazione di Gesù. La preferenza per i poveri  lo imparenta con essi (Pr 23,11), realizzare l’apertura di tutte le prigioni per vivere nella libertà dei figli, perchè Lui è il Redentore, per aprire gli occhi dei ciechi affinchè vedano e superino l’ignoranza.

 

Oggi si è compiuta questa scrittura

Anche noi riceviamo lo Spirito del Signore per la missione di liberazione, come Gesù. Così portiamo a compimento la Scrittura per il nostro oggi. La Chiesa continua questa missione, perché ha la forza trasformatrice dello Spirito, diversamente sarebbe una semplice società che potrebbe anche sfigurare il ministero di Gesù. La tentazione è grande, perchè la scelta per i poveri dà lavoro e ci mette anche in confronto con gli altri che lo fanno. Quando realizziamo questa missione di liberazione da tutti i mali che imprigionano le persone, rappresentata dalla liberazione dei prigionieri, entriamo in conflitto con i potenti. Senza essere spirituali, non si arriva a realizzare la liberazione. Nella comunità riunita per la celebrazione diventa presente la memoria dell’inizio del ministero di Gesù. Lui è l’OGGI di Dio. E’ Gesù stesso che attraverso i suoi discepoli continua la sua missione. Ogni celebrazione è una sacra convocazione che ci tocca nel profondo per riprendere da essa il dinamismo della vita. Se falliamo nel nostro compromesso con i poveri essi non arriveranno a conoscere il tempo della visita di Dio nella loro vita e continueranno ad essere vittime del peccato del mondo.

 

Un solo corpo in missione

Riceviamo anche la convocazione di Gesù per annunciare il suo progetto di salvezza, uniti a Lui. Ricordiamo Gesù, laico, che partecipa della vita della comunità, nella quale era un buon lettore e commentatore della Parola di Dio. Sapeva incontrare il fondamento della sua missione nella Parola di Dio. Per il Corpo di Cristo è necessaria le permanente apertura alla Parola di Dio e alla sua qualificata proclamazione. Ella porta la gioia "La gioia del Signore sia la vostra forza" (Ne 8,10). In assemblea liturgica siamo parte di un corpo che continua la missione di Gesù. la religione intimista, anche se molto propagata, è un raffinato egoismo che ci toglie tutti i compromessi. Siamo  corpo.

 

Letture: Neemia 8, 2-4^.5-5.8-10; S. 18b; 1 Cor 12, 12-14;

Vangelo di Luca 1,1-4;4,14-21


 
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