Gesù è la festa
nº 1198
Omelia 2^ Domenica T.O.
(20.01.13)
Pe. Luiz Carlos de
Oliveira
Redentorista
Gioia del tuo Dio
L’Incanto di Dio
Il tempo liturgico ordinario inizia con il
Battesimo di Gesù. Il Padre ha presentato il Figlio: “Questo è mio Figlio amato nel quale mi sono compiaciuto” (Mt
3,27). Gesù inizia la sua mssione, continuando la sua Manifestazione che stiamo
celebrando da Natale. Questa manifestazione di Dio ha come finalità la
comunicazione di Dio per portare tutti alla partecipazione con la Sua Vita. Questa
è la salvezza. È la comunione totale della Divinità con l’Umanità che avviene
nella persona di Gesù. Nella sua Persona Egli garantisce la comunione. Dopo il
Battesimo, Gesù partecipa a una festa di matrimonio alla quale era presente sua
Madre e i discepoli. Venuto a mancare il vino,c’è il miracolo, il cambiamento
dell’acqua in vino per l’intervento di Maria. Con questo segno Gesù Si
manifesta come il vino nuovo del Regno. Il vino vecchio è il Vecchio
Testamento. Gesù ha manifestato la sua gloria e i discepoli hanno creduto in
Lui. Il racconto dello sposalizio ha un senso ancora più grande. È il simbolo
necessario per la relazione di Dio con il suo popolo, come leggiamo in Isaia: “tuo
sposo è il tuo Creatore” (Is 54,5). Il popolo è la sposa e Dio è lo sposo. La relazione
di fede con Gesù ha questa caratteristica dell’amore sponsale, del quale il
matrimonio è simbolo. Qusto paragone ci
fa conoscere la gioia di Dio per il suo
popolo: “Come la sposa è la gioia del marito, tu sarai la gioia del tuo Dio”
(Is 62,5). Il miracolo non è il cambiamento dell’acqua in vino, ma il
cambiamento che avviene nell’umanità, dopo, la presenza di Gesù salva e fa
nuove tutte le cose. Il popolo nuovo, nato dalla fede, è la sposa amata da Dio.
Gesù è simboleggaito dal vino nuovo, nuova creazione, rinnovazione tramite la
fede.
Forza
trasformatrice della fede
Il cambiamento che il Regno realizza in noi
è mettere la vita a servizio, come ha fatto Gesù. È servizio dell’impegno di
vita. Ma è anche gioia di amare, come
leggiamo nel vangelo. Il vino nuovo, che è Gesù, porta un mutamento,
come l’acqua messa in otri vuoti si trasforma in vino buono, perché la festa di
Dio non può restarne senza, non può finire. La trasformazione avviene ad opera
della fede. Leggiamo nel vangelo: davanti al vino nuovo i discepoli son solo
continuano la festa con allegria (più di 600 litri di vino), ma vanno all’essenziale:
la fede in Gesù: “Questo inizio dei segni, Gesù lo ha fatto in Cana e ha
manifestato la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui” (Gv 2,11). La fede
provoca il cambiamento, un cambiamento radicale nel quale passiamo a vivere la
vita nuova che modifica il nostro modo di agire e di pensare. Entriamo nell’amore
sponsale di Dio e continuiamo la festa. La grande novità del Regno è la
capacità di mettere a servizio di tutti i doni che abbiamo
Cantate al Signore
un canto nuovo
Cantare a Dio non è soltanto gridare alleluia
o giubilare nella celebrazione. È lasciare entrare nella nostra vita il vino
nuovo del Regno, e questo è un nuovo modo di vivere a partire dalla fede e dall’amore
a Gesù Cristo. Cantare a Dio è usare i propri doni a servizio del popolo di Dio
nel gesto di amore sponsale. Lo Spirito è colui che dirige questa orchestra dei
doni che il padre ci ha dato. Ogni dono è espressione di un dono di Cristo che
è il dono totale e, il Si, riassume tutte le meraviglie. In ogni celebrazione abbiamo
il Vino Nuovo che è il Sangue di Cristo
per la salvezza del mondo.
Letture: Is 62, 1-5; S. 95: 1 Cor 12, 4-11; Vangelo di
Giovanni 2, 1-11