Nel
Battesimo al Giordano, Dio Padre presenta il suo diletto Figlio Gesù, e ci
chiede di ascoltarlo. Noi possiamo dar gloria a Dio ascoltando tutto quello che
Gesù ci ha detto, e vivendolo.
nº 1196
Omelia Battesimo del Signore
(13.01.13)
Pe. Luiz Carlos de
Oliveira
Redentorista
Battesimo di Gesù
Un battesimo nello Spirito
La celebrazione
del Battesimo di Gesù fa parte della Manifestazione del Signore che, unitamente
con le Nozze di Cana introduce nel ciclo del Tempo Comune o Ordinario per
ascoltare il Figlio e credere in Lui. Egli è il Vino Nuovo della festa del
Regno. In questo momento è la prima volta che si ascolta la voce del Padre che unge
il Figlio con lo Spirito per la missione, come preghiamo nell’orazione della
Messa: (Colletta)
“Padre
onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume Giordano proclamasti il
Cristo tuo diletto Figlio, mentre discendeva su di lui lo Spirito Santo concedi
ai tuoi figli, rinati dall'acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo
amore”. Luca insiste che Gesù agiva mosso dallo Spirito. Gesù darà lo Spirito
ai suoi discepoli affinché rimanga con loro (Gv 14,16). Il Figlio è il
Prediletto, come leggiamo su Isacco (Gn 22,2) e sul Servo di Javhè, che
leggiamo in Isaia. Questa figura, un po’ misteriosa, è una profezia su Gesù, il
Figlio, la cui missione era di stabilire la giustizia sulla terra, ed essere
alleanza del popolo, luce delle nazioni per aprire gli occhi ai ciechi,
liberare dal carcere i prigionieri e dalla reclusione coloro che abitano nelle
tenebre” Is 42, 6-7). Queste parole che
Gesù dice di Se stesso a Nazareth (Lc 4, 18-19 – Is 61, 1-2). Davanti alla
manifestazione di Dio nel Giordano, siamo chiamati a dar gloria, riconoscendo
la sua Divinità e accogliendo le sue parole e la Parola Viva che è Gesù. Ascoltare
e vivere il Vangelo è dar gloria a Dio
Una fede che libera
Pietro
nella casa di Cornelio, pagano giusto, dimostra ciò che significa essere il
nuovo popolo di Dio aperto a tutti. Dice: “Dio non fa eccezione di persona e
accetta chi lo teme e pratica la giustizia, qualunque sia la nazione a cui
appartenga” (At 10, 34-35). La liberazione che Gesù è venuto a portare, come
leggiamo nella prima lettura, non si riferisce solo a persone, ma dovrà essere
una liberazione dalla struttura della fede giudaica che era chiusa. Ora, fanno
parte del popolo di Dio tutti coloro che
operano il bene, hanno fede in Gesù che è unto dallo Spirito Santo, “passò fra
noi facendo del bene” (At 10,38). Riceviamo il dono di ascoltare sempre il
Figlio (dopo-comunione), per questo noi continuiamo la Sua missione di fare il
bene. Vediamo che la nozione di religione non è intimista, ma salvifica per
tutta l’umanità, e invita a comportamenti
di liberazione. Questa liberazione non solo invita tutti a entrare nel popolo
di Dio,ma come Gesù, si incarna nella realtà dei popoli, assumendo ciò che è
buono per proclamare la grazia della salvezza e formare le comunità cristiane.
Una missione da condividere
La celebrazione
di oggi è come un documento del nostro Battesimo. Se Dio ha dichiarato Gesù il
figlio amato, amati sono anche tutti i suoi fratelli battezzati. Chiediamo la
perseveranza: “Concedi ai tuoi figli adottivi, rinati dall’acqua e dallo
Spirito Santo, di perseverare costantemente nel tuo amore” (Orazione). La preghiera
del dopo-comunione, insiste sulla coerenza di fede e vita: essere chiamato
figlio per esserlo di fatto. Poche parole ha detto il Padre. Il Figlio amato,
nostro fratello amato, chiede che l’amore che è fare il bene, sia presente nei
figli. Se siamo stati liberati dal male, Dio starà con noi e potremo fare tutto
il bene, liberare da tutti i mali, poiché è per questo che siamo stati
battezzati. La testimonianza di vita dei cristiani è il nostro annuncio più
grande del vangelo. Gesù ci lascia l’esempio della preghiera. E’ la sua grande
testimonianza. Per riccevere lo Spirito è necessario essere aperto al Padre che
squarcia il suo petto e lo dà a noi. Rinnoviamo l’amore al nostro battesimo.
Letture:
Isaia 42, 1-4.6-7; S. 28; Atti 10, 34-38; Vangelo di Luca 3, 15-16.21-22