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Omelia Epifania del Signore 2013


La meta di tutto è l’adorazione del Signore

 

nº 1194
Omelia Solennità Epifania del Signore

(06.01.13)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista


Epifania del Signore

Sua Manifestazione

 

Nelle feste natalizie facciamo memoria della Manifestazione del Signore che è un Mistero celebrato in più momenti. La parola OGGI percorre tutte le orazioni. Preghiamo nella Liturgia delle Ore la bella antifona al Magnificat: “Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i magi al presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia”. Abbiamo così l’unità delle celebrazioni del Natale, Epifania, Battesimo e Nozze di Cana, nell’Oggi di Dio. Sottolineiamo l’unità del Mistero Pasquale di Cristo  che presenta la sua opera salvifica come un tutto. Natale è Pasqua vista come Manifestazione del Signore. Ora Lo vediamo risorto e, un giorno, Lo contempleremo faccia a faccia. Questo mistero di redenzione è per tutti i popoli e non solo per uno esclusivamente. Paolo ha scritto che gli è stata data la grazia di rivelare questo mistero nascoso nei secoli, e i pagani sono ammessi alla stessa eredità. (ef. 3, 2-6). I Magi, compiendo la profezia, vanno a Gerusaleme che diventa la luce per tutti i popoli. Ma la Luce è Gesù che porta la manifestazione della gloria di Dio. I Magi seguono una stella. Questa non è un astro, ma risponde alla profezia Balaam: “Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino. Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele” (Nm 24, 17). La stella, nel pensiero ebraico, era segno del Figlio dell’Uomo. Questa stella è segno della ricerca costante dei saggi che, anche se pagani, conoscevano le Scritture e si lasciarono guidare da esse. L’oriente da dove essi vengono si riferisce alle regioni di Damasco. Che fossero tre e di razze e continenti differenti è una interpretazione molto posteriore

 

Le azioni della sapienza

È grande sapienza, come quella dei Magi, voler cercare e conoscere Gesù, ma anche saper fuggire dagli Erodi del mondo. I Magi insegnano ad aprire i propri tesori per offrirli a Dio e aprire i tesori di Dio a tutti i popoli. Una religione da sacrestia, rivolta solo a se stessa, è un assassinio del disegno di Dio che vuole andare a tutti con la Buona Novela. È una triste illusione pensare che quando una Chiesa è piena, si è adempiuta la nostra missione, quando fuori di essa ci sono moltitudini affamate di Dio o che si sono dimenticati di Lui. Il Concilio ha aperto la Chiesa al mondo e a tutte le culture. Purtroppo si cerca di fare di essa una istituzione al servizio del potere dei filosofi e ideologi poco cristiani. Abbiamo davanti a noi un mondo da salvare. I Magi insegnano che, dopo aver incontrato Gesù, trovarono cammini nuovi.

 

Regali che sono una lezione

Gesù sarà sempre colui che dona la gioia della salvezza. È una gioia che sazia.  Intanto abbiamo come base i vangeli, parola che significa lieto annuncio. Erode non conosceva le Scritture. Ha chiamato i sacerdoti, che la sapevano invece a memoria. L’importante è riconoscere Gesù e aorarLo. Il potere è un veleno crudele. I Magi invitano la Chiesa ad aprirsi alle culture e alle ricchezze dei popoli e non a imporre un unico modo di essere che non è sempre evangelico, ma politico e ideologico. I regali significano l’apertua alla signoria di Cristo, la sua Divinità e la sua Passione dolorosa che ci ha redento. La meta di tutto è l’adorazione del Signore, riconoscendo nel Bambinello, il Dio che si manifesta. La celebrazione è sempre un laboratorio di fede che ci insegna a cercare tutti. Ciò di cui facciamo esperienza nella celebrazione lo realizziamo poi nella vita.

 

Letture: Is. 60, 1-6; s. 71; Ef. 3, 2-3^.5-6; Vangelo di Matteo 2, 1-12






 

 
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