Avvento: è tempo di
Speranza, perchè il Giudice viene per liberarci e introdurci nella sua Gloria. Il
giudice viene con la Giustizia che è la misericordia. Possiamo prepararci pregando incessanemente per avere la forza di comparire davanti a Gesù che
viene.
nº 1184
Omelia 1^
Dom. Avvento 2012
(02.12.12)
Pe. Luiz Carlos de
Oliveira
Redentorista
Giustizia e
Misericordia
La vostra
liberazione è vicina
Il vangelo proclamato all’inizio
dell’Anno Liturgico (1^ Dom. Avvento) è l’annuncio della realizzazione del
progetto di Dio. Egli verrà all’improvviso con segni terribili. Quando questo
accadrà Egli verrà sopra le nuvole.
Questo venire sopra le nuvole sta a significare il suo Potere Divino e
la sua immensa Gloria. Viene rivestito del potere della salvezza. Nell’Ascensione
i discepoli rimasero a guardare in alto. Gli Angeli dissero loro: “Egli verrà
allo stesso modo nel quale Lo avete visto salire al Cielo” (At 1,11). Nel discorso
sul Pane di Vita, Gesù predisse a quelli che si scandalizzavano delle sue
parole: “Questo vi scandalizza? E quando vedrete il Figlio dell’Uomo salire là dov’era prima?” (Gv 6,62). La sua
venuta gloriosa potrà fare spavento, ma sarà anche di conforto perchè aprirà a
tutti il Regno definitivo. I segni spaventosi sono espressione della piccolezza
dell’essere umano e della grandiosità divina del Signore. E’ quello che si dice
sulla relazione con la divinità che, se da un lato è tremenda e porta al timore
reverenziale, d’altro lato è anche affascinante. Se rimaniamo solo ai segni,
non comprenderemo il messaggio. Avvento è tempo di speranza di tempi nuovi,
come ci dice Geremia. Dio è sempre pronto a salvarci. Essere Giudice del mondo
non significa che viene per condannare, ma per liberare dalle ultime schiavitù
umane per introdurci nel Regno glorioso
preparato dal Padre prima di tutti i secoli come ci dice Gesù nel discorso sul
giudizio finale (Mt 25, 34). Cosa possiamo fare per affrontare tutte le minacce annunciate? Basta credere
nella misericordia di Dio, come leggiamo in Geremia. Dio ha salvato il suo
popolo. Il Signore è nostra giustizia, dice il profeta (Ger 33,16). La giustizia
di Dio è la sua misericordia, giustizia non è condanna, perchè Egli è
fedele alla sua parola
Non li tolga dal
mondo
Il linguaggio apocalittico è
fragile davanti alla forza del cuore. Il testo del vangelo ci previene quanto
ai rischi che possiamo correre nel lasciarsi invadere dallo spirito del mondo: “State
attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni,
ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso”
(Lc 21,34). Il momento presente è rivestito da queste cattive
qualità. Per questo, tutto ciò che si riferisce a Dio diventa terrificante. L’insensibilità
fa male al cuore. Le cose terrene non possono addormentarci. Esse sono
benedette quando sono cammino verso il Creatore e Signore di tutte le cose.
Luca ci da il rimedio: pregare in ogni momento per avere la forza di sfuggire
a tutto quello che deve avvenire e di comparire davanti al Figlio dell’uomo (Lc
21,36). Non si tratta di restare in preghiera, ma di avere un cuore orante. Non
dobbiamo fuggire dalla verità soffocandola con i vizi del mangiare e del bere
che induriscono i cuori. Non dobbiamo fuggire dai mali, ma vincerli.
Amore traboccante
Nella preghiera del
dopo-Comunione così diciamo: “La partecipazione a questo sacramento, che a noi
pellegrini sulla terra rivela il senso cristiano della vita, ci sostenga,
Signore, nel nostro cammino e ci guidi ai beni eterni”. Scrivendo alla Comunità
di Tessalonica, Paolo insiste nella crescita nell’amore: “Il Signore vi conceda
che l’amore tra voi e verso tutti aumenti e trabocchi sempre più... che la
vostra vita faccia sempre più grandi progressi” (1 Ts 3, 12.4,1). L’amore
fraterno libera dai mali che possono sorgere. Nella prospettiva della Fine, la
vita del cristiano non vive di paura, ma della speranza di stare camminando
verso l’incontro del Signore. Vivere nella speranza è vivere nella carità. La celebrazione
è incentrata sul Mistero della Venuta del Signore, per questo diciamo: Vieni
Signore Gesù!
Letture: Geremia 33,
14-16; S. 24; 1 Ts 3, 12-4.2;
Vangelo di Luca 21,25-28.34-36