Gesù è il fondamento, la pietra angolare. Egli è il Buon Pastore che dà
la vita per difendere le sue pecore. Egli mantiene con esse una alleanza di
amore come quella che ha con il Padre
nº 1122
Omelia 4^ Domenica
di Pasqua
(29.04.12)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Il Buon Pastore
Il buon pastore dà la vita
Il tema del Pastore
è presente nella storia della salvezza, come possiamo leggere in Ezechiele 34 e
nei salmi. Dio conduce il suo popolo che nella necessità elevava a Lui il suo
grido: “o Pastore di Israele, ascolta” (S. 80,1). Il popolo si considerava suo
gregge. Gesù ricorda Ezechiele quando si riferisce ai cattivi pastori che hanno
cura solo di se e si approfittano del gregge. I mercenari abbandonano il gregge
e non lo difendono. Quando arriva il pericolo fuggono, perchè a loro non
importa di esso (Gv 10, 12-13). Gesù vede la situazione del popolo che soffriva
nelle mani dei suoi capi religiosi. Oggi possiamo vedere lo stesso nelle chiese
e nalla società. Nel suo Mistero Pasquale, Cristo dà la vita per liberare dal
male, difendere e proteggere. E’ l’attitudine del pastore. Egli insiste: “Io dò
la mia vita per le pecore” (15). E già aveva detto: il ladro viene solo per
rubare, uccidere e distruggere. Io sono venuto perchè abbiano la vita e l’abbiano
in abbondanza (10). Gesù dà la vita
perchè conosce e ama. Fiducioso che, facendo come il Padre fa, ottiene la
garanzia della vita: “Nissuno mi toglie la vita, Io la dono da me stesso. Ho il potere di darla e il
potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre
mio»(18). Gesù si dona liberamente alla volontà redentrice del Padre. Il Padre
non vuole la sofferenza del suo Figlio, ma accetta la sua obbedienza. I salvati
partecipano della sua unione di vita col Padre. Pietro e Giovanni annunciarono
la vita donata da Gesù con il miracolo del paralitico affermando con chiarezza:
E’ stato per il nome di Gesù che quest’uomo è stato guarito. Colui che fu
rifiutato è colui che ha la Vita.
Proclamiamo: “Gesù è la pietra, che i costruttori hanno
disprezzato ma che è diventata pietra angolare” (At. 4, 8-12)
Conosco le mie pecore
Il
pastore conosce con amore totale le sue pecore con le quali ha relazioni di
alleanza fedele e le pecore conoscono il pastore. La relazione tra le pecore e il
pastore è di amore-dono. Si crea un modo di vita simile a quello tra la
conoscenza del Padre e del Figlio, in una fusione amorosa che fà Trinità con lo
Spirito che è l’Amore tra il Padre e il Figlio. L’unico modo di amare è amare
cone Gesù ama, perchè, fuori di questo ogni amore è egoismo. Se l’amore non è
egoista è divino. In nessun altro c’è salvezza, perchè non esiste sotto il
cielo altro nome dato agli uomini, nel quale possiamo essere salvi (At. 4,12).
Se c’è un rifiuto di Gesù da parte della società attuale è per la debolezza
umana. Più si cerca di eliminarlo dalla mappa del mondo, più Egli si fortifica
nei cuori e nelle decisioni di vita.
Simili a Lui
La
preghiera di colletta della messa di oggi chiede che il gregge, a partire dalla
sua debolezza, possa attingere la forza dal Pastore. In un linguaggio più
attuale diciamo che siamo figli, perchè siamo stati battezzati, partecipiamo
per questo del Mistero Pasquale del Cristo che ha dato la sua vita per noi. Un
giorno saremo simili a Lui e Lo vedremo come Egli è (1 Gv 3,2). Chiediamo che i
misteri pasquali ci rinnovino e siano fonte di eterna gioia (Orazione sulle
Offerte), perchè il Signore dà la vita e la vita in abbondanza (Gv 10,10).
Questa vita è per tutti, poichè c’è un solo gregge e un solo pastore. Egli ha
anche altre pecore che non solo di questo ovile. Egli continua a impegnare la
vita attraverso i suoi fedeli affinchè tutti abbiano la vita e camminino
nell’unità, che è il frutto della Risurezione. Per questo è inutile desiderare
ogni divisione. Siamo pastori con Cristo, con la missione di condurre il mondo
alla sua piena realizzazione.
Letture:
At. 4,8-12; Salmo 117; 1Gv. 3,1-2; Vangelo di Giovanni 10,11-18