Il fuoco nuovo


nº 1117
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

Fuoco nuovo

1092- Quella notte

Quel sabato si celebrava la Pasqua dei giudei.  E i giudei che portarono Gesù a morte, forse avevano già dimenticato i fatti nei quali furono attori importanti. Nella tomba, il silenzio della morte. Il dolore e la defezione  avevano raggiunto i discepoli. Nel cenacolo, dove stavano chiusi per paura dei giudei, regnava il senso di una profonda sconfitta, una triste disillusione: “noi speravano che fosse Lui che avrebbe redento Israele” (Lc 24,21). Lì nella tomba si realizzava la parola di Gesù: “Se il chicco di grano che cade a terra non muore rimane solo, ma se muore produce molto frutto” (Gv 12,21). La vita germinava e, in quella notte, come ci narra Matteo “all’alba del primo giorno della settimana, Maria Maddalena e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, ritolò la pietra e si pose a sedere su di essa... le guardie per lo spavento che ebbero di lui tremarono tramortite” (Mt 28, 1-2.4). La vita nasceva. Abbiamo relazioni diverse sui primi momenti dopo la Risurrezione. Esse mostrano che Gesù è vivo, che si manifestò a discepoli diverse volte ed essi ne sono testimoni. Gesù li mandò ad annunciare la Buona Novella al mondo intero. In quella notte, una nuova luce brillò sopra di noi, una nuova vita ci vivificò, un nuovo tempo iniziò. Vincendo la morte, ci ha donato la Vita. Nella celebrazione liturgica facciamo memoria di tutto quello che Gesù ha fatto per la nostra salvezza. Nel fare memoria noi entriamo negli avvenimenti e ne riceviamo il beneficio della Vita.

 

1093. Più chiara della luce

 

La celebrazione liturgica della Vigilia Pasquale ha molti simboli ricchi di significato. Il primo è il fuoco nuovo che è acceso simbolizzando la luce che è uscita dalla pietra. Per questo, nella tradizione, si spegneva il fuoco in tutte le case. Il fuoco nuovo era provocato dalla scintilla di due pietre, simbolo di Cristo luce che esce dalla grotta di pietra per illuminare tutti. Da questo fuoco si accende il Cero Pasquale, quella grande candela, che è una immagine del Cristo Risorto. In essa è disegnata la croce e scritto il numero dell’anno corrente per significare che la salvezza avviene oggi. Questo cero entra in Chiesa che è rimasta a luci spente. E a poco a poco si vanno accendendo le candele dei fedeli, simbolizzando la luce di Cristo che si propaga. Si mette il cero nell’altare, è incensato e si canta l’Elogio della Pasqua, che si chiama Preconio. Questo canto ricorda la preghiera di benedizione della lampada che si faceva in tutte le case al crepuscolo. Loda Cristo Luce del mondo. Per fortuna si sta recuperando lentamente l’amore per la Vigilia Pasquale. Nella Chiesa di Gerusalemme, c’era una lampada dentro il sepolcro. Da essa si prendeva la luce di quella notte benedetta.

 

1094. Siete la luce del mondo

 

Le candele di tutto il popolo si accendono dalla fiamma del Cero Pasquale. La luce del cero si spande senza perdere il suo fulgore. Così Cristo è Luce per tutti. Tutti hanno la stessa Luce e Vita di Cristo vivo e risorto. Le celebrazioni sono piene di simboli. Il simbolo, per esempio la luce, è una realtà materiale che spiega quello che avviene nello spirituale. La luce di Cristo risorto che abbiamo con la fede è la Vita Eterna che già viviamo da qui. Questa Luce si spande e illumina le persone e le realtà del mondo conducendolo a Cristo che lo consegnerà a suo Padre. Per colui che crede, la vita diventa un cammino verso la casa del Padre dove già stiamo nella Umanità di Cristo, come riflettiamo nella festa dell’Ascensione. La Pasqua che celebriamo accende in noi la fiamma divina per partecipare della Luce per essere luce. Voi siete la luce del mondo.

 


 
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