nº 1115
Articolo per il Triduo Pasquale_ 2012
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
“Settimana Santa”
Banchetto del suo amore
Le tradizioni spariscono ma rimane la verità di questi tre
giorni più forti della storia dell’umanità, nei quali, il Dio che si fece uomo
porta a tutti una Vita che è la
Vita di Dio. Certo che non tutti lo capiscono. Questo non
cambia l’azione di Dio. Molti “dei” sono stati fatti dagli uomini, ora è Dio
che fa vivere all’uomo la divinità. Egli non
usa misteri né sortilegi. Si manifesta nel modo semplice di un essere
umano. In questi tre giorni: Giovedì, Venerdì e Sabato Santi, Gesù insegnò e realizzò la
Vita Nuova. Sono questi gli avvenimenti
centrali della fede. Egli si consegnò totalmente, donando il suo corpo nella
maggior prova che poteva dare del suo amore. Ha dato tutto se stesso per noi.
Nel Giovedì Santo ci ha insegnato che tutto gira intorno all’amore, perché Dio
è Amore. E chi non capisce l’amore? Nella Cena Gesù insegna che la sua vita,
morte e risurrezione si riducono all’amore. Egli lo spiega attraverso il
servizio della lavanda dei piedi, dimostrando che amare è servire con umiltà.
Ed è quello che Lui ha fatto. Si è fatto pane per alimentarci e generare
comunione. E’ il nuovo sacrificio, come banchetto del suo amore. Ha detto anche
di ripetere quello che Lui ha fatto. Ha lasciato gente buona per fare quello
che Lui ha fatto. Sono i sacerdoti che dovranno, nella comunità, far memoria
del suo gesto. La Cena
spiega ciò che significa la
Passione che è un sacrificio che perdona e genera la nuova
alleanza nel suo sangue. Il suo corpo è vero cibo, il suo sangue, vera bevanda.
Alimentandoci di se stesso entriamo in comunione con Dio e con tutti gli altri
commensali. Così ci sarà vita per tutti.
Dio mio, perchè mi hai abbandonato?
Nel Venerdì Santo Gesù si è vestito di dolore e di sangue
nella più grande fantasia che l’amore ha mai indossato per darci la vita e
portarci con Lui nel servizio. La morte di Gesù non si misura per l’intensità del dolore, ma per
la grandezza dell’amore. Perchè passare per tanta sofferenza e morire? La
lettera agli Ebrei afferma: “Egli fu provato in tutto come noi, eccetto il
peccato...(ed) è divenuto causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”
(Eb 4, 15 e 5,9). Se Gesù nuore è perché ha assunto la sofferenza e il dolore
di tutti nella sua incarnazione. Egli va fino alla morte e alla sepoltura per
vivere totalmente la vita umana e dare ad essa il senso divino che gli viene
dalla salvezza. Quando la
Scrittura gli pone nelle labbra il salmo 21 “Mio Dio, mio
Dio, perchè mi hai abbandonato?” sta
spiegando che Egli non ha avuto
paura di caricarsi il fardello dell’umanità per togliere il peso del peccato
dal mondo. Il peccato consiste nel rifiutare Dio come Vita e cercare le false
sicurezze materiali e spirituali.
Il re dorme
Nel Sabato Santo Egli non si mostra. Addormentato nella
morte ci da la maggior prova del suo amore perdendo la vita per donare la Vita. Testi antichi della
liturgia chiedono il silenzio in questo giorno, perchè il re dorme. La
sepoltura di Gesù non è un fine, ma il passaggio dalla morte alla vita. Questa
Vita è soltanto celebrata nella Vigilia Pasquale nella quale, viviamo questo
momento della Risurrezione e diventiamo partecipi della vita che sgorga dal
Mistero Pasquale del Cristo, cioè, di tutto quello che Cristo ha fatto per la
nostra salvezza. Cristo ci ha salvato e noi viviamo questa salvezza nei simboli
sacramentali e ci alimentano per avere la vita nuova. La migliore maniera di
vivere questo momento è partecipare alle celebrazioni che istruiscono e fanno
vivere.