nº
1111
Articolo
Pe.
Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Camminare
con Lui
La Parola che insegna
Tra il nostro quotidiano
e la celebrazione c’è una distanza che
ci confonde. Se la meta è vivere la celebrazione e trasformarla in azione, come
realizzarlo?. Abbiamo la tendenza di creare due mondi: quello reale, nel quale
svolgiamo le nostre attività e il mondo spirituale che visitiamo nel fine
settimana. Per questo si fa la distinzione: sacro e profano. Per risolvere
questo problema dobbiamo prendere Gesù come modello, egli è colui che unisce e
lo spirituale e il temporale. Quello che Lui è davanti al Padre era anche per i
fratelli. La vita di fede conduce alla celebrazione e la celebrazione ben
realizzata conduce a una fede più grande, per vivere meglio e celebrare con
maggiore intensità. Facile a dirsi.
Prima di tutto c’è la grande difficoltà di partecipare ad una
celebrazione. Ci sono sempre grandi difetti. Difetti di cosa? Di chi la conduce
e di chi vi partecipa. E già siamo cresciuti molto se usiamo la parola
“partecipare”, perchè prima si diceva “assistere”. Questa cultura non cambia.
Si assiste ad un film di cui non siamo gli attori. Se lo fossimo, saremmo nello
spettacolo. Quanti reclami sulla celebrazione: è lunga, è stancante, è
sonnolenta. Non ne siamo gli attori. La riforma liturgica non ha raggiunto uno
dei suoi obiettivi che era la partecipazione cosciente, attiva e piena. Un
elemento importante della celebrazione, senza il quale non ne possiamo capire il senso è : la Parola. E’ Cristo che parla,
nella celebrazione, quando si leggono le Scritture. Oltre a un buon suono è
necessario un buon orecchio per ascoltare come discepoli. Per esempio: ci
ricordiamo i testi proclamati? Segno che non ascoltiamo come Parola di Dio le
parole dell’uomo. Furono uomini e donne che vissero queste Parola e dopo, per
l’azione dello Spirito Santo, furono messe nelle Scritture. Le celebrazioni del
Tempo Pasquale sono una grande ricchezza. Approfittiamo di questo insegnamento.
La mensa della Parola e la mensa del Pane hanno lo stesso valore e importanza.
Gesù è chiamato il Verbo (la
Parola) che è annuncio e presenza.
I
simboli che la realizzano
Le celebrazioni della
Settimana Santa, come tutte le altre sono
realizzate attraverso dei simboli che rendono presente quello che la Parola ha annunciato. Sono
simboli non realtà vuote, e la
Chiesa dice: “i segni sensibili significano e, ciascuno nella
sua maniera, realizzano la santificazione degli uomini” (SC 7). Per questo c’è l’importanza di unire la Parola ai simboli. E’ necessario
esservi introdotti. I simboli, se ben
realizzati vengono illuminati dalla Parola di Dio. Purtroppo le celebrazioni
non sono sempre ben fatte. Ciò che è fondamentale è condurre i fedeli alla
partecipazione del Mistero. La riforma liturgica è stata fatta, ma la mentalità
non è ancora cambiata. Il cambiamento è stato fatto soltanto nei libri. Quale è
la preparazione che è data ai fedeli per poter celebrare bene? Alcuni si
preoccupano per la preparazione dei riti. Altri con le leggi. I simboli devono
essere realizzati con la nostra partecipazione fisica e spirituale al mistero
celebrato.
Lo
Spirito che ci rinnova
La distanza tra la vita
e la celebrazione non è soltanto un’opera umana. Lo Spirito Santo agisce in noi
affinchè accogliamo la Parola
per celebrare quello che la
Parola e il Rito annunciano. Lo stesso Spirito che trasforma
il pane in Corpo di Cristo, trasforma la comunità in Corpo di Cristo. E così preghiamo infatti nelle preghiere
eucaristiche: “e a noi che ci nutriamo del corpo e sangue del tuo
Figlio, dona la pienezza dello Spirito Santo perché diventiamo, in Cristo, un
solo corpo e un solo spirito” (Pregh. Euc. III). Apriamo il cuore e la mente per
celebrare sempre meglio il Mistero dell’Amore di Dio manifestato in Cristo.