Omelia 26^ Dom. T.O. - 25.9.2011
 
 
 

Non possiamo farci un vangelo a modo nostro, Gesù ci invita ad ascoltare la voce di Dio e ad obbedire. In ogni Eucaristia possiamo ascoltare la Parola di Dio...

 

nº 1060
Omelia 26^ Domenica T.O.
(25.09.11)
p. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Per questo Dio Lo ha esaltato

Cristo il Modello

La lettera ai Filippesi supera ogni meraviglia sulla conoscenza che abbiamo di Gesù Cristo. Questo testo è un inno della comunità primitiva che Paolo ha assunto per presentarci Gesù come il modello della vita. Il testo ci fa conoscere che lo “spoliamento” è centrale nella vita di Gesù. Egli si è spogliato della divinità ed è vissuto come uomo. Non ha perso la divinità, ma è vissuto come Uomo-Dio. Ha vissuto tutta la condizione umana, eccetto il peccato (Ebrei 4,15). Questo testo accompagna quello che Gesù dice nel vangelo (Mt 21,28-31).  Colui che ha fatto la volontà del padre  è colui che ha obbedito, anche se aveva precedentemente detto di no. L’obbedienza al Padre è ciò che dà a Gesù la Risurrezione. “Per questo Dio lo ha esaltato” (Fil 2,9).  Egli divenne così, causa di salvezza per tutti quelli che hanno obbedito alla chiamata di Dio. La questione che presenta l’evangelista Matteo era anche un problema che affrontava la comunità: come accogliere la conversione dei pagani. I giudei furono fedeli a Dio dall’inizio, anche avendo sbagliato molte volte. Nel tempo di Gesù i farisei erano gli uomini fedeli. Ma, quando videro Gesù essi lo rifiutarono, come possiamo leggere in altre parabole. Obbedirono sempre a Dio, tranne che questa volta, perciò non ascoltarono il Padre. Gesù mostra invece  cos’è l’obbedienza. I peccatori e le prostitute ascolteranno la sua parola e l’accoglieranno. Prima non avevano obbedito alla volontà di Dio. Ma, davanti alla Parola di Gesù, si convertirono. Essi sono come il figlio che disse no, ma poi ha seguito la volontà del padre. Isaia risponde a chi criticava  l’abitudine di Dio di lasciar perire chi era stato buono ma ora non lo era più. Dio avrebbe dovuto tenere conto del passato. Se il giusto lascia la sua vita corretta, ha torto. Se l’empio lascia il male e si converte, è accolto da Dio. L’obbedienza è ciò che conterà nel giudizio.Se non si obbedisce, si può buttare via tutto.

 

Convertirsi

Questi testi sono opportuni per rivedere il nostro cammino nella via del  vangelo. La conversione a Dio deve essere costante. Non possiamo sederci sulle nostre conquiste e pensare che questo ci garantisca. Garantisce se manteniamo la conversione e diciamo sempre di si quando Dio ci interpella attraverso i molti mezzi che ci propone. Non crescere più è diminuire e tornare indietro. La conversione dei buoni è migliorarsi e lasciare da parte ciò che impedisce la nostra crescita. Facciamo un vangelo a modo nostro e poi ci lamentiamo, come facevano con Isaia, che Dio non è giusto. Ciò che perturba la vita cristiana è voler utilizzare la religione per soddisfare i nostri gusti, risolvere i nostri problemi di salute e denaro. L’obbedienza al vangelo è ciò che convertirà il nostro cuore a Gesù.

 

Mostraci il cammino

Il salmo rivela i sentimenti che dovevano avere quelli che vogliono obbedire e crescere nel cammino di Dio: “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. -La tua verità mi orienti e mi conduca - ... il Signore indica ai peccatori la via giusta, guida i poveri secondo giustizia, insegna ai poveri la sua via” (S. 24). Per raggiungere la statura della maturità di Cristo (Ef. 4,13), dobbiamo fare lo stesso cammino che Egli ha fatto con la sua “abnegazione” e umiltà per poter accogliere totalmente la volontà del Padre. Per questo Dio lo ha esaltato. In ogni Eucaristia abbiamo l’opportunità di ascoltare la Parola nella celebrazione e cercare di viverla. Questo è essere obbediente e compiere la volontà del Padre.

 

Letture: Ez. 18, 25-28; S. 24; Fil. 2, 1-11;
Vangelo di  Mateo 21, 28-32

 

 

 

 

 

 
© Copyright 2024/2025 - EssereCristiani.com - Tutti i diritti riservati
Realizzazione CMS

Banner