Omelia 25^ Dom. T.O., 18.9.2011
 
 
 

Dio agisce con altri principi e non con la nostra economia. È strana la contabilità di Dio... Dio dona con misericordia e abbondante grazia a coloro che rispondono alla sua chiamata


 

nº 1058
Omelia 25^ Domenica T.O.
(18.09.11)
p.  Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

 

Buono con tutti

Gli ultimi saranno i primi

 

Gesù doveva scioccare i suoi ascoltatori quando attraeva l’ammirazione e l’adesione del popolo per invitarli a collocare le verità nel loro giusto posto. La parabola  del padrone che contratta con i lavoratori che prende a giornata per la raccolta nei suoi campi, è molto strana e non capiamo la realtà per la quale è stata scritta. I primi cristiani erano di origine giudaica. Accolsero la fede con entusiasmo e furono grandi evangelizzatori. Nei primi anni questi buoni cristiani, venuti dal giudaismo, erano rammaricati nel vedere i pagani aderire alla fede ed essere trattati  come loro nella Chiesa. Pensavano che, per il fatto di essere giudei, dal tempo di Abramo, avessero accumulato un grande merito per il Regno di Dio. Furono fedeli e conservarono un grande amore a Dio e a tutte le tradizioni. E fin qui tutto bene. Riceveranno il salario della loro fedeltà e del loro lavoro. La parabola dice che il Regno di Dio è simile alla storia di un padrone che cerca operai. Il popolo nella Sacra Scrittura è paragonato al campo di Dio (1 Cor 3,9). La chiamata degli operai è un invito alla conversione. Il pagamento è la vita della grazia nel Regno. I giudei riceveranno il pagamento completo per la loro fedeltà nel peso del lavoro e del calore del sole dei loro molti anni di fedeltà nella storia. Con la conversione dei pagani, quelli dell’ultima ora, la Chiesa è anche composta da alcuni che non “meritavano” questa paga nè di venire trattati come uguali. Matteo afferma che i giudei riceveranno tutto. E per la bontà di Dio, i pagani riceveranno anche tutto, poiché la misericordia di Dio è infinita. Nel pregare il salmo ascoltiamo questa risposta di Gesù: “Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature.” (S. 144, 8-9). Siccome però non comprendiamo il modo di agire di Dio, riceviamo dal profeta Isaia la risposta: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, la mie vie non sono le vostre vie” Is 55,8). Dio è abbondante  in tutti i suoi doni. Non misura secondo i nostri meriti ma in conformità alla sua abbondante misericordia. L’evengelista, scrivendo per i giudei, invita alla conversione della mente per pensare come Gesù ed accogliere i cristiani venuti dal paganesimo.

 

La vita per me è Cristo

Paolo, anche se soffriva e desiderava stare in Cristo, si dispone a continuare la sua missione verso i cristiani. Filippi è la sua prima comunità in terra d’Europa. Aveva un amore speciale per essa. Egli vive così unito a Cristo che non vede differenza tra  andare al Cielo o dedicarsi all’evangelizzazione: “Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. “Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere.” (Fil 1,22), una sola cosa è importante per Paolo: vivere l’altezza del Vangelo di Cristo. Con questo pensiero così esigente, esaminiamo la nostra vita cristiana. Noi siamo beneficiati da Dio dalla grazia di far parte del suo Regno ed essere annunciatori di questo vangelo. E’ il momento di esaminare la nostra fede e vedere la nostra unione con Cristo. Possiamo constatare quanto i nostri discorsi sono spesso basati solo sulle idee. Ci sono i progressisti, i conservatori, i movimenti, le tradizioni. E Cristo, dove rimane in tutto questo? Se tutti noi vivessimo in Cristo, tutto sarebbe differente.  Non si lotta per Cristo, ma per le ideologie. Sappiamo molto di religione ma sappiamo vivere così poco in Cristo. La coerenza della fede e della vita è fondamentale.

 

Trasformare il pensiero

La Parola conversione, in greco – metanoia -  significa cambiare di direzione, non di strada, ma di cuore. Questa trasformazione, secondo il profeta Isaia, è per avere i pensieri di Dio. In Matteo, Gesù riprende Pietro perchè vuole impedirgli di andare a Gerusalemme dove soffrirà la Passione: “Allontanati da me Satana! Tu mi sei pietra d’inciampo, perchè non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini!” (Mt 16,23). Pensare diverso da Dio è il risultato di vivere senza Cristo. Egli non è una idea, o un dogma religioso, o una tradizione, ma Vita. Se Vita, la vita è piena di Lui. Cerchiamo di avere i suoi sentimenti e la sua mentalità. La bontà di Dio sarà grande e aperta a tutti con generosità.

 

Letture: Isaia 5, 6-9; S. 144; Fil.1, 20c-24.27;

Vangelo di Matteo: 20, 1-16a

 

 

 

 

 
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