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Omelia dell'Epifania 2012 _ Gesù è venuto per tutti


La presenza di Cristo è una gioia universale

 

nº 1090
Omelia dell’Epifania del Signore

(06.01.12)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Gesù è venuto per tutti

Manifestazione ai poveri

Siamo nel tempo della Manifestazione del Signore che comprende 4 momenti: Nascita, Epifania, Battesimo e Miracolo di Cana. Il punto centrale della comprensione di questo tempo liturgico è la Manifestazione del Signore. Egli è venuto per il popolo umile, fu mostrato alle Nazioni nell’Epifania, è rivelato ai giudei nel Battesimo e presentato ai discepoli. La missione di Gesù è mostrarci il Padre per metterci in comunione con Lui.  Paolo, nella lettera agli Efesini, fà la grande rivelazione di un segreto sconosciuto alle generazioni precedenti: “I pagani sono ammessi alla stessa eredità, sono membri dello stesso corpo e partecipi della stessa promessa in Cristo Gesù mediante il vangelo” (Ef  3,6) Gesù è venuto per il suo popolo, ma Dio salva tutti. Vediamo lì incarnata questa idea di gruppi che si considerano anch’essi  invitati da Dio alla salvezza. Per questo i Magi, uomini di sapienza, non solo di scienza, cercarono nelle stelle le risposte alle loro domande. Chi è la Stella? E’ Gesù, conforme alla profezia di Balaam, profeta pagano  che vide uscire un astro dagli accampamenti del popolo nel deserto (Nm 24,17). Tutti i giudei, meno Erode, sapevano che Gesù sarebbe nato a Betlemme, dalla famiglia di David (Sl 132,11). Già in quel momento Erode decide di farla finita con il Bambino, come vediamo anche nel mondo attuale di oggi. In questa liturgia preghiamo nel prefazio: “Oggi in Cristo luce del mondo tu hai rivelato ai popoli il mistero della salvezza”. Dio ha compiuto la promessa con la nascita di suo Figlio, come preghiamo sempre nello stesso prefazio di oggi: “quando in Cristo apparso nella nostra carne mortale ci hai rinnovati con la gloria dell’immortalità divina” (Prefazio). Ciò che riceviamo è per tutti i popoli.

 

I doni dei popoli

San Matteo racconta che il Cristo Vivo e Risorto è il Signore, Dio vero nella sua divinità, e veramente della carne di David. David era pastore in Betlem, Cristo è il Pastore del suo popolo. Egli è il Re Salvatore, e per questo domandiamo: “Dov’è il Re che deve nascere?” (Mt 2,2). Egli è l’Emmanuel, il Dio con noi. Le offerte dei Magi riconoscono, con l’oro, la Sua Signoria, con l’incenso la sua Divinità, con la mirra, la sua natura umana che soffrirà. Essi vennero da Oriente, luogo del Sole Nascente. E Cristo è il Sole che viene dall’alto per illuminare (Lc 1,76). La gioia dei Magi è la stessa che sentirono le donne nel vedere il Risorto.  Costatiamo così l’unità del Mistero di Cristo. La presenza di Cristo è una gioia universale. Ricordiamo la gioia delle genti quando Paolo comincia ad annunciare il vangelo ai  pagani dopo il rifiuto dei giudei. Siamo discendenti di questi pagani rappresentati dai Magi.

 

Una missione che continua

Isaia annuncia un furuto grandioso per Gerusalemme che si trasformerà in punto di convergenza di tutti i popoli perchè il Signore brillerà su di lei (Is 60,2). Questa città riceve la missione di accoglienza universale. Nel mondo attuale, con tanta diversità, è un imperativo la missione di accogliere il diverso. Il maggior dono portato dai Magi a Gesù è di ritornare per un altro cammino. Nelle loro vite assunsero la missione di invitare le persone a fare il cammino di Betlemme per incontrare il Salvatore. In una società dove ci sono tanti idoli, è necessario conoscere cosa riempie veramente il nostro cuore. E’ Dio che merita la nostra adorazione, Egli è la fonte della vita. Nell’Eucaristia impariamo ad ascoltarlo, a offrirgli la nostra vita e a condividere il suo Corpo e Sangue.

 

Letture: Isaia 60, 1-6; S. 71; Ef. 3, 2-3^.5-6;
Vangelo di Matteo 2, 1-12




 
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