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Il cammino del nuovo anno _ la speranza


nº 1089
Articolo

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Il cammino del nuovo anno

Vivere nella speranza

Vivere con rinnovata speranza è ciò che ci anima all’inizio di un Nuovo Anno. La spiritualità cristiana ci conduce a sperare al di là di ogni speranza (p. Zezinho). Speranza non è un certificato per tempi cattivi, di situazioni difficili o di necessità di cambiamento. E’ qualcosa di più. Una volta, quando si arrivava al passaggio dell’anno si sentiva dire: “l’anno che verrà sarà migliore”. Non abbiamo ancora raggiunto la perfezione, per questo possiamo sempre sperare che le cose migliorino. Ma nonostante tutto, desideriamo approfondire sempre più la conoscenza di questa virtù. La speranza è una virtù teologale donata da Dio. È una virtù positiva che ci stimola a guardare più lontano e a vedere la meta  alla quale è diretta la nostra vita. La speranza è un modo di vita, non la ricerca di un altro modo di vita. La lettera agli Ebrei dice che “la fede è garanzia delle cose sperate, prova per le realtà che non si vedono” (Eb 11,1). Speranza è avere già conquistato, senza averne ancora il possesso. Essa ci insegna il già ma non ancora. Vivere nella speranza è un modo che conduce alla gioia. Non ci lascia all’oscuro sul nostro futuro, ma nella certezza che le promesse di Dio si compiranno. La prova di questo compimento è che Dio già ha compiuto le promesse e realizzato tanti prodigi in nostro favore. Il pericolo che possiamo correre, invece, è di non riuscire a corrispondere al meraviglioso dono che Dio fa di se stesso nella nostra vita e che sarà eterno, quando vivremo nella sua vita di gloria. Dio realizza una grandiosa attrazione su di noi, con Suo Figlio, ci stringe al Suo cuore, nella comunione del Suo amore. La speranza dà senso alla nostra fede e alla nostra carità .

 

La speranza si costruisce

Non viviamo di idee e molto meno di parole. Abbiamo la nostra vita nelle nostre  mani ed essa si realizza nella misura in cui la mettiamo in azione. La vita è un miracolo, ma non possiamo vivere pensando di risolvere i nostri problemi attraverso i miracoli. Il miracolo non  prende il nostro posto, ma siamo invitati ad assumere la parte di vita che ci compete. La ricerca del miracolo sa più di egoismo che di consegna di vita a Dio. Gesù non chiedeva miracoli per se, ma li faceva per gli altri. Quello che ha chiesto è stato che il Padre lo liberasse dalla sofferenza della morte, ma che non si facesse la sua volontà ma quella del Padre (Lc 22,42). Costruiamo la speranza quando diamo una destinazione futura alle nostra attività. Usciamo da noi stessi e cerchiamo il senso in Dio che assume la nostra vita. Costruire la speranza è vedere  dove ancoriamo la nostra barca. Dove lanciamo le ancore. Gesù ci dice di mettere le nostre preoccupazioni in Dio. Pensare al giorno di oggi. Il giorno di domani avrà già le sue inquietudini (Mt 6,34). Non ci chiude nel momento presente ma mette oggi la nostra sicurezza in Dio, affinchè il giorno di domani abbia la sua pienezza.

 

Frutti di speranza

Nel Natale gli Angeli auguravano la Pace cantando “gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama” (Lc 2,14).  Vivere la pace è vivere ogni bene. Il comportamento dei pastori fu quello di cercare quello che gli Angeli avevano loro annunciato. Il frutto della speranza di Maria è la contemplazione di tutto quello che stava avvenendo. E’ una comportamento di apertura al mistero di Dio presente nella nostra vita. La speranza dei Magi cerca il Bambino a cui aprono i loro tesori. E’ la generosità dell’amore che esce da se per offrire. Senza offerta non sapremo cosa rispondere a quello che Dio ci offre in suo Figlio.

 

 


 
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