All’inizio di questo anno nella liturgia
che celebra Maria la Madre
di Dio chiediamo una benedizione materna
per vivere bene l’anno 2012. La benedizione di Dio che è Gesù, ci viene
attraverso Maria! L’altra benedizione che Maria ci dà è quella per restare
uniti a Dio durante tutto l’anno, meditando gli avvenimenti della vita affinchè
siano anch’essi una benedizione per
tutti, perchè era questo che lei anche faceva.
nº 1088
Omelia della Solennità della Madre di Dio
(01.01.12)
Pe. Luiz Carlos de
Oliveira
Redentorista
Il Signore ti benedica
Da Maria viene la benedizione
Con l’inizio del nuovo anno,
noi ci raduniamo, come i pastori davanti al presepio, per ricevere la
benedizione. Questa benedizione è Gesù che ci è dato da Maria. Lei è il simbolo
della Chiesa che accoglie i figli per
impartire loro la benedizione. Dio comanda a Mosè che i sacerdoti impongano il
NOME sui figli d’Israele affinchè Dio li benedica (Nm 6,27). Il nome significa la Persona, che Dio avvolge
con la sua benedizione. Quale benedizione deve essere data? “I Signore ti
benedica e ti custodisca! Faccia
risplendere su di te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te
il suo volto e ti conceda pace” (22-26). Si tratta dell’ incontro con Dio nel
quale egli si manifesta come il Misericordioso, a noi propizio disposto a
donarci tutta la sua grazia e ricchezza della pace che è lo Shalom di Dio. La
pace significa tutto quello che Dio ha di bello e di buono da offrirci tra i
beni spirituali e temporali, soprattutto il dono della sua presenza. Cominciare
l’anno con Dio è renderlo pieno di vita e bello da viverlo. Dio ci benedice
sempre. Sfortunatamente non facciamo attenzione alle sue delicatezze perenni
verso di noi. Chiediamo miracoli, ma non guardiamo i miracoli che già fa. Il
più grande miracoli di Dio è Gesù che Dio ci da attraverso Maria. Paolo così
scrive: “Dio ha inviato il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4). Maria resta
Madre di Dio per sempre. Ella sempre ce lo dona come lo ha presentato ai
pastori e così fa con tutti. Oggi
celebriamo la
Maternità divina di Maria. Questa è dottrina di fede, poichè
riguarda la fede in Gesù Uomo-Dio. Egli è Uomo e allo stesso tempo è Dio in una
unione perfetta che non terminerà mai. Egli porta con se la carne che ha
ricevuto da sua Madre. Questa carne è risorta, donando all’umanità la certezza
di vivere la condizione umana unita alla divinità. Siamo figli di Dio e con
Gesù possiamo chiamarlo Padre
Il suo nome è Gesù
Leggiamo oggi il vangelo
della circoncisione di Gesù. Il sangue della circoncisione si unisce al sangue
del sacrificio dell’Alleanza che
costituì il popolo come popolo di Dio (Lv 26,12). In Gesù già c’è
l’annuncio del sangue versato per la
Nuova ed eterna Alleanza, la grande benedizione. Il nome del
Bambino è Gesù, che salverà il popolo dai suoi peccati (Mt 1,21). Il suo nome è
la sua missione. Gesù passa ad essere parte del popolo di Dio. La visita dei
pastori segnala i destinatari della missione di colui che è venuto per
proclamare la buona novella ai poveri (Lc 4,18). Il racconto dei pastori
provoca profonda ammirazione e lode a Dio. I pastori se ne tornarono
glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano visto e udito (Lc 2,
18). Udire il suo nome è essere convocato a una missione, come Lui.
Meditava nel suo
cuore
Iniziando un anno nuovo
abbiamo sempre molta speranza che esso sia buono. Dobbiamo però fare la nostra
parte nel dare la buona testimonianza di una vita coerente, piena di creatività
per il mondo e per la Chiesa. Siamo
protagonisti di questo mondo nuovo. Il mondo sarà migliore se saremo migliori
noi. Per questo, siamo invitati ad avere l’attitudine contemplativa di Maria.
Contemplazione non è uscire dalla realtà, ma vedere Dio nella realtà e
lasciarlo vivere nei nostri cuori. Cristo nasce nei cuori quando sono aperti
all’amore, alla giustizia e alla pace. In ogni Eucarestia che celebriamo ci è
presentato Gesù nel suo corpo eucaristizzato e siamo invitati a contemplarlo nella
parola e nel sacramento che riceviamo e che ci dona la vita.
Letture: Num. 6, 22-27; S.
66; Gal. 4,4-7;
Vangelo di Luca 2, 16-21