I Doni del Natale riflettono l’uscire da se stessi per donarsi attraverso i doni. Peccato che dimentichiamo il Donatore di ogni Dono che è Gesù.

 

nº 1082
Omelia 3^ Domenica di Avvento
(11.12.11)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

Gioia della Salvezza

Dio della mia gioia

La festa non è un giorno del calendario, ma il calendario che penetra la vita. Tutto quello che Dio ci offre, accade in pieno in ogni momento della nostra fede. Ci stiamo preparando alla celebrazione del Natale, nel quale faremo memoria del Mistero Pasquale di Cristo nella Sua Nascita. Celebrare è più che ricordare, è rendere vivo, nella nostra vita, lo stesso evento attraverso la celebrazione liturgica. La celebrazione non è solo il momento del rito, ma il tempo liturgico. Celebriamo la Manifestazione del Signore: “Egli venne per i suoi” (Gv. 1,11) , accogliamo Dio che viene nel mondo per comunicare la sua vita: “A quanti lo accolsero diede il potere di divenire figli di Dio”, Figlio nato “non da carne nè da volere di uomo, ma da Dio” (Gv. 1.12). Diciamo che qualcuno vince nella grande scena del Natale. E’ una trasformazione totale di vita. Ma che significa questo davanti al fatto di ottenere il Figlio di Colui che è il Signore di tutte le cose? La percezione di questa grandezza viene dalla fede. Per questo Maria esulta di gioia (Lc 1,46). Il profeta Isaia scrive: “Esulto di gioia nel Signore e l’anima mia esulta nel mio Dio” (Is 61,10); Paolo esorta: “Siate sempre lieti” (1 Tess. 5,16); l’antifona di entrata così recita: “Rallegratevi sempre nel Signore! ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino” (Fil 4,4.5). Nella celebrazione del Natale contempliamo la festa della gioia: gli Angeli cantano, i pastori si rallegrano, Simeone e Anna giubilano, i Magi sentono una grandissima gioia. Siamo lieti perchè, nella Eucarestia, si realizzano le meraviglie della salvezza (preghiera dell’offertorio). La gioia del Natale è  la stessa che sentono i discepoli nel vederlo Risuscitato. Lo Spirito che rende fecondo il seno di Maria, feconda anche il nostro cuore con la presenza del Salvatore. Isaia canta la gioia dei sofferenti per l’annuncio del Salvatore che è il Vangelo (la Buona Novella).

 

Testimone della luce

Gioia e luce sono due parole che si uniscono in questo tempo di Natale. Non è senza ragione che Gesù chiama Giovanni amico dello sposo, perchè gioisce della sua presenza (Gv. 3,29). Giovanni non occupa il posto di Gesù, ma si considera come il servitore di Colui che viene “Egli non era la luce, ma veniva per rendere testimonianza alla luce” (Gv 1, 6-8). I giudei che conoscevano le profezie sul Messia, volevano sapere se Giovanni era il Messia, ma egli non era il Cristo-Messia, nè Elia (Mal. 3,22-23) che doveva tornare, nè nessun altro profeta (Dt. 18,15). Giovanni entra nella linea delle profezie di Isaia (40,3), Egli annuncia la presenza di Cristo e si rallegra esultando fin dal seno di sua madre Elisabetta (Lc 1,40).

 

Pienezza dei beni

I doni che riceviamo ci preparano alle feste che si avvicinano. Il bambino di Betlemme vuole che la pienezza dei beni della salvezza che ci ha portato, arrivi, attraverso di noi, a ogni persona, soprattutto ai poveri. Egli uscì da se, dalla sua gloria, per dare la vita. Noi, ricevendo da lui la vita l’avremo in abbondanza se usciremo da noi per fare come ha fatto Lui, così insegna Paolo: “conoscete la benevolenza del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era si è fatto povero per voi, perchè voi diventaste ricchi della sua povertà” (2 Cor 8,9). “Per questo Dio lo ha esaltato grandemente” (Fil 2,9). I Doni del Natale riflettono l’uscire da se e donarsi attraverso i doni. Peccato che dimentichiamo il Donatore di ogni Dono che è Gesù. Nella celebrazione di oggi viviamo la gioia della salvezza annunciata dalla presente celebrazione ( è la cosiddetta domenica “gaudete” della gioia)

 

Letture: Isaia 61, 1-2ª.10-11; Lc 1,46-54; 1 Tess. 5, 16-24;
Vangelo di Giovanni: 6, 8.19-28