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Terzo giorno - La discrezione di Dio

 

 

 

Anche Maria di Nazareth nel suo fervore giovanile dovette chiedersi, contemplando Gesù che cresceva, perché non avesse fretta di iniziare la sua opera di evangelizzazione. Gesù era già nel fiore dei suoi vent'anni, eppure, ancora nulla. Amava il suo modesto lavoro di carpentiere, trattava con poche persone che lo stimavano solo per la sua fedeltà al lavoro, la gentilezza, la bontà del cuore.

Talvolta Maria dovette farne timidamente parola con lui, ma il mistero non si diradava. Quando Gesù tornava da qualche piccola escursione, Maria doveva scrutarlo particolarmente con gli occhi. Ella ormai sapeva che doveva affidarsi anche in questo al disegno del Padre, come del resto faceva pure Gesù.

E fu così che Maria apprese in modo eccelso la discrezione di Dio. La discrezione era lo spirito delle parabole del regno che Gesù esporrà nelle sue predicazioni, fin dall'inizio e che Maria dovette conoscere molto bene nella realtà quotidiana. Tutto deve svilupparsi nella lentezza ed armonia del seme posto nel terreno: devono consumarsi i tempi, le stagioni prima che giunga a rinverdire, ad essere pianticella e poi frutto benefico.

Ancor oggi abbiamo bisogno che Maria venga a noi e ci insegni tale discrezione di Dio nella nostra vita. noi abbiamo sempre fretta di vedere risultati, di documentarci sui frutti e di essere, almeno un po', nutriti di sensazionale. Quello che è abituale, non fa sbalzi, è sempre uguale a se stesso e noi finiamo con il trascurarlo. Sbagliamo anche in valutazioni, quando, per caso, siamo introdotti nel gusto del bene e percepiamo alcune emozioni interiori intense. Ci sembra che, percepite una volta, dobbiamo gustarle sempre; se questo non avviene perché quella comunione eucaristica non ci dà più le consolazioni di prima o perché quell'opera  spirituale non ci emoziona più, pensiamo anche di essere abbandonati da Dio. No. Deve giungere la voce cara di Maria e dirci, invece, che Dio è discreto. Deposto in noi un seme di bene o un'attrattiva, ci lascia in pace. non esige che noi ce ne accorgiamo di continuo, perché gli basta che quel pensiero operi in noi, anche a nostra insaputa.

Anche quando ci avviliamo perché ci sono giorni neri in cui ci pare di divenire perversi, viene a noi Maria con il suo rosario silenzioso a dirci che Dio ci ama come prima, come sempre. Infatti egli sa quello che in  noi è da attribuirsi a fatti esteriori, all'eccitazione dei nostri nervi, oppure alla radicalità del nostro spirito profondo. Sì, abbiamo bisogno di accogliere amabilmente la parola dolce di Maria che sempre ci incoraggia, parlandoci anche della grande discrezione di Dio nei nostri riguardi.

(da Aldo Aluffi - Maria viene per te - LDC 1988)

 
 
 
 
 
 
 

 

 
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